
Francesco Gabbani con l’autore Fabio Ilacqua e con il trofeo di Sanremo
Carrara, 15 febbraio 2016 - "Sono soddisfatto di aver vinto con un brano del genere che ha un significato e ci porta a riflettere che noi siamo gli artefici del nostro destino". Così Francesco Gabbani, vincitore nella categoria Nuove Proposte a Sanremo con il brano 'Amen', ha commentato il successo ieri a ‘Domenica In’. Il cantante carrarese è stato il vero mattatore del Festival di Sanremo e, con gli Stadio, ha fatto da asso pigliatutto per premi e riconoscimenti. Suo, oltre al premio della critica «Mia Martini», anche il premio "Sergio Bardotti" per il miglior testo. Lui stesso, intervistato da Red Ronnie che voleva vedere in "quell’avanti popolo" una matrice anarchica carrarese ha spiegato il suo 'Amen'.
"Certo vengo da Carrara – ha raccontato Francesco al critico musicale –, la città del marmo e dell’anarchia. Le cave furono lavorate fin dai primi tempi dagli schiavi. Per questo questa terra ha parlato da sempre di libertà. Ma il mio testo sta alla politica come amen sta alla religione. E’ un brano che vuole far riflettere".
Intanto ieri è stato anche il giorno delle polemiche fra chi sul web ha parlato di brano blasfemo con quel "Gesù si è fatto agonistico" e chi invece ha veramente capito il significato delle parole che parlano di un destino di cui ognuno è fabbro. Polemiche anche per la presenza del presidente del consiglio Luca Ragoni a Sanremo, che altro non ha fatto che un ponte di collegamento fra la città e l’Ariston. "Sono andato a Sanremo – ha spiegato Ragoni – a mie spese per sostenere Francesco, invitare i cittadini al voto e rappresentare la comunità carrarese in Liguria". Ma non andava bene nemmeno così. Idem per le parole di soddisfazione del sindaco e dell’assessore alla cultura che a molti non sono piaciute visto "quanto poco sia stato fatto da questa amministrazione per i giovani e per la musica". La chiusura dei cinema e dei teatri è una ferita ancora troppo aperta per includere anche le istituzioni in questo momento di euforia collettiva.
Ricordiamo che Francesco Gabbani, che in questi giorni ha pubblicato il suo disco "Eternamente ora", fu l’autore di una canzone sull’alluvione del 2014. Su un video di fango, volti distrutti e tanta solidarietà il testo "Per tornare liberi": "Io volevo la luna ma stasera c’è la risacca.. questo è il tempo per tornare liberi". Un testo che la dice lunga sulla volontà di farcela di una città in ginocchio. In calce il codice iban per raccogliere quei fondi che servirono a ricostruire, comprare, e riparare oggetti e cose andate distrutte quella notte. Il resto è una città di adesso che ha ritrovato la sua unità, il suo coraggio e i suoi entusiasmi nelle note del vincitore di Sanremo.
E’ la parte buona della città, quella che fuori da ogni polemica, ha voluto godersi una vittoria sentita come di tutti. E’ la città dei commercianti che hanno scritto "Amen" sui palloncini rossi di San Valentino, degli studenti, dei giovani e non solo che hanno votato a più non posso per sostenere il nostro Francesco nella sua gara più difficile. Il resto è una vittoria meritata che ha raccolto il consenso della critica, anche di quella più sofisticata, che ha apprezzato un testo profondo, scritto con Fabio Ilacqua, musica di qualità, un interprete che ha saputo stare a testa alta nel palcoscenico più blasonato della musica leggera e che da lì dovrà partire per una meravigliosa carriera che tutti gli auguriamo. Bravo Francesco.