Bangladesh, Benin, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea-Bissau, Guinea-Conakry, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Sud Sudan, Sudan e Togo. Sono le nazionalità a cui appartengono i 237 migranti – di cui 27 donne e 87 minorenni – strappati alle insidie del mare dalla Geo Barents, sotto le insegne di Medici senza frontiere, e attesi alla calata Artom del porto della Spezia Spezia nel pomeriggio di sabato. L’arrivo è stimato attorno alle 1516; ciò (al netto del mantenimento della media di velocità della nave sui 910 nodi) salvo contrordini da ravvedimento ministeriale nel riconoscimento del bisogno dell’umanità disperata a toccare terra il prima possibile e delle oggettive difficoltà ad allestire, con quei numeri, il dispositivo di accoglienza-lampo alla Spezia nella prospettiva del successivo invio ai centri deputati sparsi per il Nord Italia. Questi restano ignoti alla stessa Prefettura chiamata per legge a coordinare l’operazione mano tesa. O, almeno, non vengono rivelati ai giornalisti tenuti alla larga dai sopralluoghi in porto per organizzare il dispositivo e ancor più dalle valutazioni - che pur sono all’ordine del giorno - sul trattamento da riservare alla Geo Barents una volta attraccata in porto sulla base delle nuove norme; queste, ricordiamo, sanzionano, per via amministrativa (multa da 10-50mila euro e fermo di due mesi), la violazione di non fare rotta diretta sul porto sicuro indicato dal ministero per dedicarsi, invece ad altri soccorsi, tra richiami della legge del mare e opportunità data dalla stazza della nave sul piano della capienza. Ciò ha fatto la Geo Barents dopo il primo recupero di 69 migranti e l’ordine di far rotte diretta per La Spezia. "Saranno svolti accertamenti; faremo le valutazioni a tempo debito" dice il prefetto Maria Luisa Inversini le cui premure ieri sono state dedicate agli oneri di coordinamento: sopralluoghi in porto, allestimento delle macchine dei check sanitari e delle registrazioni anagrafiche dei richiedenti asilo, reperibilità sul territorio di strutture di pronta accoglienza e tentativo di sopperire all’assenza di quelle più direttamente deputate ad accogliere i minori non accompagnati: la parte più debole e bisognosa dell’umanità variegata in fuga dell’Africa intercettata dalla Geo Barents nelle acque del Canale di Sicilia.
Sul punto la responsabilità delle prime azioni porta alla Prefettura l’"avviso esplorativo per servizi di prima accoglienza e servizi connessi in favore di Minori Stranieri Non Accompagnati nella provincia della Spezia". E’ stato emesso nel primo pomeriggio di ieri; l’atto è stato pubblicato nel sito internet della Prefettura, con corredo dei requisiti per concorrere (il richiamo è ad operatori certificati non alle famiglie) e deadline per la presentazione delle domande: oggi alle 12. Una vera corsa contro il tempo che, in seconda battuta, chiama alle responsabilità del Comune. Che però ha le strutture deputate già sature a confida negli assist di Marina Militare e Aeronautica (lo spiega il sindaco nella lettera al ministro dell’Interno. Ciò mentre la logica delle parti porta il gruppo LeAli alla Spezia, a dire:" Ci auguriamo di non assistere alla indegna pratica dell’accoglienza selettiva; tutti i migranti, bambini, donne e uomini devono essere accolti e sistemati dignitosamente. Invitiamo quindi Comune della Spezia e Prefettura ad individuare le strutture atte ad ospitare i migranti con ogni necessità, a partire dal vitto e dal vestiario, ed a collaborare coi le associazioni umanitarie cittadine".
Corrado Ricci