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George Botti, legale dell’anarchico Gino Vatteroni
Invece che restare in casa era uscito per parlare con un ex esponente delle Brigate Rosse. E’ andata così, secondo l’ordinanza di aggravamento delle misure cautelari, quando l’anarchico 56enne Gino Vatteroni mentre si trovava ai domiciliari rafforzati ha violato le prescrizioni per incontrare il lunigianese ex delle Br, Paolo Neri e per questo è finito il 4 ottobre in carcere a Massa e poi in quello di alta sorveglianza ad Alessandria. L’incontro tra Vatteroni e il 66enne Neri, oggi libero cittadino, sembra ci sia stato per degli occhiali da vista dell’anarchico presi inavvertitemente dall’ex brigatista. La cosa andrebbe così a confermare un ulteriore contatto tra i due, quello del giorno prima. Da da qui l’ordinanza d’aggravamento della custodia cautelare del Vatteroni. Il suo avvocato difensore, George Botti, ha presentato appello contro l’aggravamento ma "resta il fatto della pretestuosità aldilà dell’altisonanza del passato di Paolo Neri - spiega l’avvocato -, non centra niente con alcuna forma di terrorismo ed eversione sono cose di decenni fa che riguardano la sua vita passata che non hanno riscontro con l’attualità, fanno solo scenda". Un incontro che "non ha dato luogo ad alcunché ma è punito in quanto tale - poi prosegue -. Per effetto di questo una persona incensurata si è trovata in un carcere di alta sicurezza. L’incontro con una persona che da anni non ha nulla a che vedere con qualcosa che richiama al terrorismo di eversione".
Si terrà così il 30 ottobre l’udienza dopo che l’avvocato ha presentato appello contro l’ordinanza di aggravamento delle misure cautelari.