Entrare dentro la pancia delle Apuane non è cosa di tutti i giorni. Se poi si entra in modo avventuroso come fanno gli speleo allora la cosa diventa interessante. Se infine sono proprio gli speleo del gruppo di Massa ad accompagnare i ragazzi e le ragazze dell’alpinismo giovanile del Cai allora la cosa non solo è interessante ma straordinaria. Domenica scorsa 17 ragazzi dell’alpinismo giovanile di di Massa si sono infilati dentro la ‘Tana che urla’ una grotta situata a monte del paese di Fornovolasco, per scoprire un mondo fantastico fatto di concrezioni, stalattiti, stalagmiti, il tutto corredato con un fiume, che urla lungo tutta l’estensione del percorso. L’ambiente della grotta non è certo facile per nessuno, per i ragazzi invece diventa terreno di avventura, conoscenza ed esperienza: le paure degli adulti si trasformano magicamente in emozioni positive.
"Vedere i giovani ‘alpinisti’ poco meno che adolescenti affrontare il freddo dell’acqua che scorre, il buio che scompare e riappare tra un’ansa e l’altra, la fatica delle scalette metalliche per affrontare ripide pareti, con il sorriso che taglia la faccia fino all’ultimo metro prima dell’uscita, ha dato una soddisfazione immensa a chi ha organizzato e condotto l’uscita – sottolinea Nicola Cavazzuti, vice presidente del Cai di Massa –. La professionalità del Gruppo Speleologico Archeologico Apuano ha permesso a tutti di affrontare anche impegnativi passaggi in totale sicurezza anche da parte dei più piccoli. Non è mancato il momento di riflessione ambientale visto che il gruppo si è trovato dentro le ‘vene dei monti’, là dove scorre l’acqua che dà la vita, l’acqua che fa parte della integrante della nostra società, l’acqua che purtroppo spesso viene inquinata dall’avidità dell’uomo, dalle sue attività non avendo consapevolezza di quello che accade dentro le montagne".
I ragazzi hanno visto quindi cosa accade quando l’acqua piovana sparisce dentro le montagne, come questa scorre e nel suo scorrere garantisce vita a tutti noi. "Quell’ambiente non può e non deve essere violato da nessuno e per nessun motivo: interrompere le vene dei monti significa bloccare le speranze di vita di ognuno di noi", conclude Cavazzuti.