Giù le mani dalle Alpi Apuane. Manifestazione davanti alla Regione

La protesta degli ambientalisti in difesa delle montagne toscane. "Emblematico lo scempio delle cave"

Giù le mani dalle Alpi Apuane. Manifestazione davanti alla Regione

Una manifestazione ambientalista in difesa delle nostre montagne e contro l’escavazione selvaggia. Adesso la protesta per salvare le Apuane arriva a Firenze

Manifestazione a Firenze in difesa delle Apuane e delle montagne toscane. Oggi, alle 15, davanti alla sede della Regione in piazza Duomo, si ritroveranno ambientalisti da tutta la Toscana. La protesta, infatti, è organizzata da Apuane Libere, Comitato Tutela Crinale Mugellano, Comitato Val di Lima e Val Fegana, Custodi degli Alberi e del Suolo, Movimento Pratomagno Senza Asfalto. "Ci opponiamo – affermano – alla distruzione di alcune delle ultime frontiere di biodiversità e di selvaticità del territorio italiano". In primo piano proprio i nostri monti. "Conosciamo molto bene i metodi e i fini del capitalismo – sostengono le associazioni ambientaliste – con le sue connaturate infinite dosi di indifferenza, distruzione, violenza, guerra. La dimensione di questo impatto si vede plasticamente nelle Alpi Apuane, laddove l’industria estrattivistica spolpa da decenni le montagne per ricavare per lo più ormai polvere di carbonato di calcio, utilizzata addirittura per fare dentifrici".

Non solo le Apuane. Nel mirino anche il progetto di installazione di 7 mega pale eoliche di 170 metri in Mugello, a ridosso del Parco nazionale delle foreste casentinesi, "con la compromissione di sentieri nazionali e internazionali e l’abbattimento di ettari di foreste. E sulla Montagna Pistoiese, dove l’industria sciistica, in una terra senza neve, ottiene soldi pubblici per estendere e rinnovare gli impianti di risalita, tra Doganaccia e Corno alle Scale, con l’immensa sottrazione di acqua ed energia che ad ogni nuova ’stagione’ ne deriva. Ma anche l’asfalto che si vorrebbero calare in Pratomagno, per un’estensione di 12 km, a un’altitudine che supera i 1500 metri, a fianco e dentro un sito protetto Natura 2000, per nuovi ristoranti, nuove strutture alberghiere, nuovo e ulteriore turismo del consumo. O nei sentieri antichi e nei boschi vetusti distrutti nella Valle del Serchio, in un’area contigua alla Riserva dell’Orrido di Botri, per aprire nuove vie al taglio boschivo e allo sfruttamento intensivo della montagna".

E ci sono anche le cifre economiche che pesano. "Parliamo di costi – continuano gli ambientalisti – per decine di milioni di euro, sottratti al nostro benessere. 35 milioni in Mugello, 16 milioni per l’impianto della Doganaccia, circa 2 milioni per l’asfaltatura del Pratomagno. Senza considerare le perdite incalcolabili e non recuperabili in termini di biodiversità ed equilibrio ecosistemico, giustificate da uno sbandierato ma irreale progresso. Valga per tutti il caso delle cave: 1.000 impiegati oggi dai 16mila degli anni ‘50, da 150 a 10mila euro a tonnellata all’industria del marmo, solo 5 euro a tonnellata al Comune di Carrara per le concessioni. La politica e l’imprenditoria, anche con la spinta dell’Unione Europea, corrono a braccetto sempre più velocemente verso la distruzione di tutto ciò che conta, di tutto ciò che è vita e dà la vita. Per quali interessi? I nostri? Non è credibile, non è logico, semplicemente non è vero. Le risorse, guarda caso, mancano sempre per sanità, scuola, trasporto pubblico, diritto alla casa, servizi alla persona".

"Da tempo nelle Apuane, nella Montagna Lucchese, nella Montagna Pistoiese, nell’Appennino Mugellano, alle pendici del Pratomagno – è l’appello delle associazioni – viviamo da abitanti di riserve votate naturalmente alla vita, da difendere ad ogni costo dal suo contrario. Anche per questo, da sempre, dalle nostre province, dalle nostre campagne, dalle nostre montagne, portiamo la nostra voce a fianco dei popoli colonizzati e sterminati per ragioni di profitto e di dominio, dei lavoratori in sciopero e in occupazione che si oppongono alla speculazione e al ricatto del monopolio della creazione di lavoro, di chiunque protesti contro l’ennesimo disastro ambientale. Ci siamo opposti nei nostri territori con tutte le forze, abbiamo costituito comitati, organizzato assemblee e manifestazioni con centinaia di persone, promosso raccolte firme, sottoposto accessi agli atti e osservazioni tecniche, costretto gli esecutori dei progetti a procedure amministrative più stringenti, ottenuto pareri contrari da parte di Sovrintendenze ed enti di tutela del territorio. Nulla è valso a far rimeditare i propositi. Per questo chiediamo a tutti di partecipare alla manifestazione".