Natalino Benacci
Cronaca

Giubileo, apre Pontremoli. Salta la processione, in Duomo folla di fedeli

A causa del maltempo il rito non è partito dall’antica chiesa di San Nicolò. Il cerimoniale iniziato direttamente nella Concattedrale dove si è celebrata la messa. Il vescovo Vaccari: “Un’occasione per riportare la speranza laddove perduta”

Pontremoli (Massa Carrara), 6 gennaio 2025 – E’ stata aperta con una solenne cerimonia la Porta Santa della concattedrale di Pontremoli. A celebrare il rito, ieri pomeriggio alle 16, il vescovo diocesano monsignor Mario Vaccari, accompagnato da uno lungo stuolo di sacerdoti, presbiteri, diaconi e chierici, di fronte a una grande platea di fedeli. Alla cerimonia pontremolese erano presenti il sindaco Jacopo Ferri con la vice Clara Cavellini, l’assessore Manuel Buttini, il capitano del carabinieri Carlo Stopponi e la comandante della stazione Gabriella Illuzzi assieme alle comunità parrocchiali cittadine.La vigilia di Natale Papa Francesco aveva aperto la Porta Santa in San Pietro e si è avviato così il Giubileo in tutto il mondo. Le Porte Sante furono ufficialmente incluse nel rito giubilare nel 1540 da Papa Paolo III.

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Pontremoli, l'apertura diocesana del Giubileo presieduta dal vescovo Mario Vaccari (foto Massimo Pasquali)

Fra Mario aveva già aperto la porta santa della Cattedrale di Massa domenica scorsa 29 dicembre ieri toccava a Pontremoli. L’antico rito però non si è aperto nella chiesa di San Nicolò, ritenuta la chiesa più antica di Pontremoli, da dove una processione di fedeli guidata dal vescovo, secondo il programma, doveva avviarsi verso le porte della Concattedrale. Il maltempo ha scombussolato il cerimoniale, che è iniziato direttamente all’interno del Duomo. Non c’è stata la solennità dei tre colpi di martelletto sui due portali di bronzo, opera dello scultore Riccardo Rossi negli anni Sessanta. La porta è stata spalancata da un grande crocifisso sollevato dai chierici secondo un profondo significato spirituale e simbolico: la porta rappresenta Cristo, che ha detto di sé “Io sono la porta”. Così sta scritto nel Vangelo di Giovanni. Un gesto semplice, ma dal significato simbolico.

“E’ questa la porta del Signore per essa entriamo per ottenere misericordia e perdono” ha esordito il vescovo circondato dal corteo di religiosi e accompagnato dal canto della Corale di Santa Cecilia e dalla straordinaria partecipazione della gente che ha voluto rinnovare con una massiccia presenza, la testimonianza ai valori delle fede che sempre ha caratterizzato la comunità locale. In silenzio, con il capo chino in preghiera e l’espressione assorta il vescovo ha sorretto il crocefisso a lungo riflettendo sul tempo dell’impegno “a portare speranza là dove è stata perduta”.

Il Giubileo è infatti l’anno della speranza. “Celebriamo l’amore del Padre ancora di salvezza per tutti noi. La speranza non delude, come dice l’apostolo Paolo per infondere coraggio alla comunità cristiana di Roma, anche se a volte l’imprevedibilità del futuro fa sorgere sentimenti contrapposti, il Giubileo è l’occasione di rianimare la speranza” ha detto il diacono Giampaolo Montano. Altre riflessioni sono state espresse da Patrizia Rossi. I fedeli potranno ottenere l’indulgenza intraprendendo un pellegrinaggio verso qualsiasi luogo sacro giubilare, verso almeno una delle quattro Basiliche papali maggiori di Roma, in Terra Santa o in altre circoscrizioni ecclesiastiche e prendendo parte a un momento di preghiera, celebrazione o riconciliazione.