
Gli anarchici del ’Germinal Fai’. Svelato il tema del primo maggio. Sguardo sui ’moti’ della Lunigiana
I ‘moti’ della Lunigiana del 1894 saranno il tema del primo maggio anarchico di Carrara, ma anche di un convegno in occasione della ricorrenza del 2 giugno. Ad annunciarlo ripercorrendo gli eventi storici è il gruppo del Germinal Fai apuano. "Centotrent’anni sono passati, ma la lotta tra sfruttati e sfruttatori è ancora in corso – scrivono gli anarchici –, e lo Stato reprime il dissenso". "Ricordiamo con orgoglio l’anniversario dei moti di Carrara, conosciuti e passati alla storia come moti della Lunigiana – scrivono dal Germinal Fai –. Iniziati il 13 gennaio a seguito della notizia della repressione in atto ai danni della popolazione siciliana, esasperata dal potere coercitivo delle classi dominanti e dalle indigenti condizioni economico sociali nella quale era costretta. La rivolta nell’isola fu sedata dal governo Crispi con ferocia e violenza inaudita a con l’intervento dell’esercito, che rispose alle richieste di giustizia sociale con le pallottole".
"In tutta la Penisola vi furono manifestazioni di solidarietà – proseguono gli anarchici –. A Carrara si proclamò uno sciopero in solidarietà del popolo siciliano per le varie similitudini che accomunavano il proletariato siculo e quello carrarese. Al sud c’erano ricchissimi nobili latifondisti, all’ombra delle Apuane i cosiddetti baroni del marmo, che costituivano la classe dominante. Ad unirli anche la somiglianza tra le controparti: la condizione di sfruttamento era innegabile per i lavoratori siciliani e carraresi. Questo sciopero solidale nei confronti dei siciliani si trasformò in rivolta con scontri a fuoco, sabotaggi, assalti e barricate. Negli scontri persero la vita undici rivoltosi davanti alla caserma Dogali, e altre due vittime ad Avenza. Fu decretato lo stato d’assedio – prosegue lo scritto a firma del Germinal Fai –, seguirono rastrellamenti e arresti. Trecento persone, tra cui duecento anarchici furono processati. Le condanne andarono dal domicilio coatto a venti anni di reclusione, per un totale di 454 condanne e 2500 anni di galera".
Eventi che saranno ripercorsi durante le celebrazioni del primo maggio anarchico, anche in considerazione dell’affinità con lo sfruttamento del lavoro, tema molto caro agli anarchici e più volte affrontato proprio durante l’appuntamento annuale del primo maggio. "Condanne e galera per chi ha in cuor suo ideali di libertà, uguaglianza e giustizia sociale – concludono dal Germinal Fai –, per chi crede nella valenza e nella forza della lotta corale contro le ingiustizie, e ha la capacità di combattere il potere sempre e ovunque con l’obiettivo di una nuova umanità nella quale prosperi solidarietà, aiuto reciproco, libertà e comunismo".