REDAZIONE MASSA CARRARA

Gli obiettivi della missione della Nasa

La curiosità, la perseveranza e l’ingegnosità sono le qualità degli scienziati che ci portano su un altro pianeta

Il 18 febbraio 2021 quando le lancette dell’orologio segnavano le 21:56, Perseverance, un rover inviato dalla Terra, ha raggiunto Marte, il pianeta rosso. Il viaggio è stato interminabile, Perseverance è partito il 30 luglio 2020 ha impiegato sei mesi e mezzo per percorrere 472 milioni di chilometri. I minuti più delicati del viaggio sono stati gli ultimi 7, perché il movimento del rover non poteva più essere controllato dalla Terra. L’ansia e il silenzio nello studio della NASA crescevano sempre più, ma la missione si è conclusa con successo: un applauso scrosciante di tutti gli addetti ai lavori e un gran sospiro di sollievo hanno salutato l’ammartaggio sul Cratere Jezeron, che un tempo ospitava un lago. Perseverance resterà su Marte per 676 giorni (equivalenti a un anno marziano) e il suo drone Ingenuity sorvolerà il pianeta per catturare immagini da mandare sulla Terra. Le missioni marziane non sono una novità; il nuovo rover, il quinto inviato su Marte, è l’evoluzione di Curiosity, il predecessore partito il 6 agosto 2012 per cercare biotracce sul pianeta rosso. Gli obiettivi della nuova missione Mars 2020 sono: determinare se la vita microbica sia mai esistita in quei luoghi, studiare le formazioni rocciose per svelare più informazioni sui processi geologici che hanno modificato la crosta marziana, monitorare le condizioni ambientali per capire meglio come proteggere gli esploratori in occasione delle spedizioni umane previste per il 2030. Ma è la scelta dei nomi degli “attori” di questa storia che ha catturato la nostra attenzione: “Curiosity” “Perseverance” “Ingenuity” sono vocaboli inglesi, traducibili in italiano con curiosità, perseveranza, ingegnosità, le qualità comuni agli scienziati, ma non solo. La curiosità, il carburante della scienza, è un istinto che guida alla scoperta, che spinge a cercare risposte alle domande che l’uomo si pone. La perseveranza è il segreto del successo: se siamo in grado di impegnarci, di non rinunciare alla prima difficoltà, di sopportare fatica e sconfitta, allora porteremo a compimento i nostri progetti. L’ingegnosità è la competenza, la capacità di risolvere situazioni complesse, di trovare i modi per risolvere problemi nuovi. Queste sono le tre virtù che hanno reso possibile il progresso dell’umanità. Ulisse, figura cantata già dai tempi di Omero, incarna queste caratteristiche e Dante racconta che l’eroe, uomo dal multiforme ingegno, incitò i compagni ad andare oltre, a lanciarsi nell’ignoto: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. La stessa sete di conoscenza che guida oggi i nostri scienziati a spingersi oltre i limiti del sapere rappresenta il domani dell’umanità: quale sarà il prossimo pianeta da scoprire?