REDAZIONE MASSA CARRARA

Gli scarti trasformati in opere d’arte nel laboratorio di Luca Giannotti

Dagli scarti scarti nascono le opere di Luca Giannotti, agente di commercio di professione, artista con i resti e...

Dagli scarti scarti nascono le opere di Luca Giannotti, agente di commercio di professione, artista con i resti e gli oggetti destinati al macero per passione. Nascono così le lampade che saranno visibili fino a oggi presso il laboratorio Riciclassemblarte in vicolo dell’Arancio 1 (orario 10-13 e 15-20). Si tratta di 45 oggetti realizzati con i fusti di alluminio del caffè Illy e le stoffe pregiate dell’antica sartoria Gazzillo: raso, seta, lino, alpaca, cashmere, lana 450 grammi (quella che si utilizza per i cappotti su misura). "Mi piace ridare vita a vecchi oggetti, cambiare la loro destinazione. Lavoro con quel che capita" spiega Giannotti. Un’idea nata vent’anni fa, "quando eravamo sommersi dal cartone".

È lì che Luca, oggi 56 anni, decide di costruirsi un divano di cartone, lampadari fatti con scarti di ferro e alluminio. Si arreda casa all’insegna del riciclo. Gli amici che vanno a cena a casa loro apprezzano i lavori, gli commissionano pezzi per loro. Da dieci anni Luca e la moglie Daniela Borri, che realizza sculture di cartapesta, condividono il fondo di vicolo dell’Arancioa Carrara dove danno spazio alla loro creatività nell’ottica del riciclo e del recupero. Partecipano alla manifestazione ‘Studi Aperti’ e all’evento ‘Marble Week’. Due anni fa vengono chiamati a un laboratorio di cartapesta da realizzare all’interno del carcere di Massa, diretto da Giusi Ricco. E in quel contesto riproducono una cella a grandezza naturale in cartone e cartapesta, con tutti gli oggetti, dal letto a castello al dentifricio alla doppia porta blindata, opera smontata e rimontata al museo Mudac di Carrara dove è rimasta esposta tre mesi (direttrice Laura Barreca, curatrice del progetto intitolato “Riconciliarsi”, Maria Rosa Sossai). La scorsa estate Luca Giannotti ha partecipato all’estemporanea d’arte La Calandriniana a Sarzana con dipinti realizzati su vecchi pannelli recuperati da un mobile.

Francesca Frediani