La voce di Mina e l’arte di Tindaro Granata, apprezzato autore teatrale. Dietro ci sono le detenute del teatro ‘Piccolo Shakespeare’ della Casa Circondariale di Messina. Arriverà domenica al Teatro degli Animosi alle 20,30 lo spettacolo “Vorrei una voce” di Tindaro Granata. "Ero un giovane uomo, lavoravo, avevo una casa, una macchina e soprattutto persone che mi amavano, ma avevo smesso di provare gioia per quello che facevo – ha detto Granata – non credevo più in me stesso e in niente. Quando mi arrivò la telefonata di Daniela Ursino, direttore artistico del Teatro Piccolo Shakespeare della casa circondariale di Messina, con la proposta di un progetto teatrale con le detenute per farle rivivere, sognare ritrovando una femminilità perduta, capii, dopo averle incontrate, che erano come me, o forse io ero come loro: non sognavamo più. Mi sono sentito recluso da me stesso, impoverito da me stesso. Avevo dissipato, inconsapevolmente, quel bene prezioso che dovrebbe possedere ogni essere umano: la libertà".
Da lì, l’idea di far interpretare alle detenute le canzoni di Mina, oggi portate in scena solo da lui, che canta in playback con la voce della grande cantante. Poi il dibattito su “Il posto della donna nelle roccaforti del patriarcato”. Un evento realizzato da Fidapa Massa Carrara in collaborazione con il Comune di Carrara. Granata e Alessandra Camassa, presidente del Tribunale di Trapani, saranno introdotti da Anna Lalli, psicologa psicoterapeuta, e da Beatrice Vannini, dopo i saluti di Alessandra Battistini, presidente Fidapa, e della sindaca Arrighi.
Francesca Frediani