Guadine non ci sta: "Ora i bagni al fiume sono solo per giovani. Servono i bus-navetta"

Molti residenti polemizzano con il divieto di accesso nei fine settimana: "La mancanza dei parcheggi ce l’abbiamo sempre. E la folla qui ci piaceva”

La protesta degli abitanti di Guadine. In alto, un’immagine dei bagni nel Renara

La protesta degli abitanti di Guadine. In alto, un’immagine dei bagni nel Renara

Massa, 7 luglio 2024 – Secondo weekend con divieto di accesso a via Alta Tambura, tranne gli aventi diritto muniti di apposito pass: "Renara, un fiume solo per giovani? Pare proprio di sì, visto che le famiglie difficilmente potranno recarsi al fiume – replicano i residenti del paese di Guadine –. Siamo penalizzati con una Ztl restrittiva. Dal ponte di Forno a Gronda abbiamo 18 parcheggi, insufficienti per chi abita alle Guadine. Dal lunedì al venerdì il divieto di accesso a via Alta Tambura non c’è ma la situazione non cambia: dove si parcheggia? E se arrivano famiglie e trovano parcheggio alle Guadine, poi dove mettiamo l’auto noi residenti? Questi divieti impediscono alle famiglie di godersi il fiume e, di conseguenza, al bar di lavorare. Consentire l’accesso solo alle moto significa che solo alle fasce giovani è reso possibile accedere al fiume. E le mamme con i bambini cosa fanno? Possono percorrere a piedi due chilometri sotto il sole?".

Il sogno di Guadine Beach sembra svanito: "A Guadine la gente è sempre stata accogliente e vedere il fiume animato da famiglie con bambini è una cosa piacevole. L’estate alle Guadine era bella. Adesso, oltre alla desolazione, c’è tanta indignazione, perchè nessuno è venuto a parlare con noi. E’ stata una decisione imposta dall’alto, senza confronto. A questo punto invitiamo il sindaco Francesco Persiani ad accogliere la proposta avanzata dal vice presidente del consiglio comunale, Daniele Tarantino, ovvero di dotare la zona di bus-navetta oppure implementare le corse del trasporto pubblico nei mesi di luglio e agosto. Come si trovano risorse per il bus-navetta sul lungomare, si devono trovare risorse anche per quel tipo di turismo che frequenta l’entroterra".

Insomma , le misure di sicurezza vanno attuate "ma non in maniera repressiva, come si sta facendo adesso. In passato, è vero, più volte ci siamo rivolti ai vigili urbani per il traffico caotico e le soste selvagge, e spesso non veniva nessuno. Oggi il personale per presidiare l’accesso alla strada c’è: si va da un’estremità all’altra. Inoltre, abbiamo dei piazzali verso Gronda che potrebbero accogliere molte auto: vanno semplicemente ripuliti dai rovi. Basta una giornata di lavoro per effettuare la pulizia dei piazzali e dare una risposta alle famiglie che vogliono raggiungere il torrente e invitiamo il sindaco ad adoperarsi per far ripulire quegli spazi".

Non solo i residenti delle Guadine sono indignati ma tantissime persone massesi, e non, costrette a rinunciare a frequentare quei luoghi: "Le pozze realizzate con sassi e materiale locale non sono pericolose – aggiungono –. L’importante è non utilizzare teli di plastica. E non possiamo nemmeno condannare chi va al fiume con un kit da pic nic, con sedie e tavoli, o giochi per bambini. Insomma, ci vuole il giusto equilibrio ed è necessario investire sulla montagna che è sempre più frequentata da turisti che amano le camminate. Le nostre montagne, tra l’altro, sono uniche".

E c’è chi ricorda le belle giornate trascorse alle Guadine, nel torrente, con la musica dal vivo, le danzatrici, e le bibite a rinfrescare nell’acqua corrente. "Il fiume era un angolo di paradiso – dicono in molti – e i frequentatori delle pozze non meritavano questo accanimento: regole sì, controlli anche, ma non questi diktat. Il torrente Renara deve tornare a vivere, con tutti gli accorgimenti necessari; adesso l’unica alternativa al disagio sono i bus-navetta e la pulizia dei piazzali".