Massa, 20 dicembre 2024 – Il Consiglio Comunale di Massa si unisce all’unanimità contro la riorganizzazione della guardia anestesiologica notturna in Ostetricia al Noa. Lo fa approvando con 30 voti favorevoli (su 30 votanti) la risoluzione firmata da tutti i capigruppo che mira a far sì che l’Asl nord ovest sospenda il modello, introdotto lunedì, che riduce da tre a due i medici anestesisti presenti dalle 20 alle 8 nell’Ospedale Apuane. A portare il tema in consiglio è stato Giovanni Ricci, portavoce dei medici anestesisti del Noa, con una lettera molto critica nei riguardi di Asl, in cui è stato chiesto di rivedere la decisione.
“Una scelta – ha affermato il consigliere di Civici Apuani Giovanbattista Ronchieri, relatore della risoluzione – che ha ripercussioni sulla sicurezza dei pazienti e sulla qualità del servizio. I numeri di attività e complessità del nostro ospedale ci avvicinano a realtà come l’ospedale di Livorno, dove sono garantite tre unità di guardia anestesiologica. Non possiamo accettare che, nonostante le evidenze, si sia scelto di depotenziare il nostro presidio. Il Consiglio chiede quindi all’Azienda di rivedere questa scelta e si unisce alla richiesta avanzata dai sindaci di sospenderne l’applicazione”. D’accordo tutti i partiti, con Stefano Alberti, del Pd, che ha sottolineato “l’atteggiamento arrogante e di profonda chiusura da parte dell’Asl” e con Lorenzo Pascucci di Noi Moderati che ha invece accusato l’Azienda di autogovernarsi e di “non ascoltare il territorio” senza avere “nessun confronto con i sindaci, in particolare con quello di Massa”. Non risparmiano critiche ad Asl né Daniela Bennati del Polo Progressista di Sinistra né Marco Guidi di Fratelli d’Italia: “Noi siamo capoluogo di provincia – ha detto Bennati – e perciò il nostro ospedale non dovrebbe essere satellite di nessun altro”.
“I medici – ha invece sottolineato Guidi – ci dicono che c’è un problema di sicurezza. E si sta parlando di vita”. “Già in queste prime ore – ha ammonito il leghista Marco Battistini – s’è vista la debolezza di questa riorganizzazione. E che la spiegazione di tutto sia il fatto che questo modello sia presente anche in altri ospedali non consola affatto”. Preoccupazioni sollevate anche da Dina Dell’Ertole, di ’Massa è un’altra cosa’: “Interveniamo – ha detto – perché abbiamo una risoluzione che arriva da persone del settore e che ci hanno chiesto di farla nostra. Non si fa cassa sulla pelle delle donne e dei nascituri” e ammonisce, così come Daniele Carmassi di ’Persiani Sindaco’, che la sanità in Italia sta “andando verso la privatizzazione”. Ma se sulle critiche all’Asl l’accordo è bipartisan, alcuni scontri si sono aperti sul ruolo svolto dalla politica regionale: da un lato le destre, che hanno criticato l’operato del presidente Eugenio Giani e dell’assessore alla Sanità Simone Bezzini accusandoli di aver relegato la provincia di Massa Carrara ad un ruolo di serie b, dall’altro le sinistre, che viceversa hanno messo l’accento sul modello Toscana all’interno della sistema sanitario nazionale. Per Filippo Frugoli (Lega), “c’è una responsabilità politica chiara ed è del Pd, che però scarica la responsabilità sull’Asl omettendo di dire che c’è un consiglio regionale che annuncia tagli alla sanità. L’Asl – ha aggiunto – ha sbagliato a portare avanti la scelta, ma la colpa politica è tutta in mano alla giunta regionale”.
Guidi e Pascucci chiedono a Giani, Bezzini e Casani di venire a Massa per un confronto. E mentre Bennati si smarca per “non entrare in questo rimpallo di responsabilità”, dal Pd Enzo Romolo Ricci indica come la Toscana sia la prima regione in Italia per soddisfacimento dei Livelli essenziali di assistenza e Alberti e Dell’Ertole affermano come la Toscana e il Noa siano un’eccellenza di livello nazionale.