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Duplice iniziativa ad Aulla. Valettini: "Fu una barbarie, no alle giustificazioni"
Duplice iniziativa ad Aulla per commemorare il Giorno del Ricordo. In prima mattinata la deposizione di una corona di alloro in Largo delle Foibe in memoria delle vittime e degli esuli giuliano-dalmati alla presenza del sindaco Roberto Valettini e dell’assessora alla cultura e vice presidente della Provincia Maria Grazia Tortoriello. A seguire la commemorazione solenne in Sala delle Muse. Tortoriello ha portato i saluti del presidente Gianni Lorenzetti. Presenti i comandanti della Finanza, dei carabinieri e del Cima, oltre a insegnanti e alunni del Liceo classico Leopardi e alle associazioni Avis, Anpi intercomunale, Croce Bianca e Pro loco di Aulla e Caprigliola.
"Nonostante i morti di cui non si sa ancora oggi il numero esatto, tra cinquemila e diecimila, e nonostante l’esodo di 350mila italiani – ha detto Tortoriello – abbiamo dovuto attendere la legge del 2004 che ha istituito il ricordo dei nostri connazionali fino ad allora dimenticati".
"Oggi ricordiamo i crimini avvenuti nelle foibe – ha detto il sindaco Valettini –, le profonde cavità carsiche in cui venivano gettati i cittadini italiani non solo per il fatto di essere stati fascisti ma perchè appunto italiani. Barbaramente trucidati, legati uno all’altro, veniva sparato un unico colpo al primo della fila sul ciglio della foiba il quale, cadendo, trascinava con sé tutti gli altri ancora vivi, condannandoli a morte orrenda. Una barbarie. Questa è l’esperienza che oggi andiamo a ricordare e sulla quale la storia ha calato per motivi politici un silenzio colpevole".
Valettini ha poi ricordato gli esuli: "Italiani strappati alle loro vite: abbiamo immagini che documentano il loro strazio, obbligati ad abbandonare le loro case, i loro figli, il lavoro, i loro ricordi. Non sono profughi come venivano erroneamente chiamati. Costretto a fuggire, il profugo può tornare alla propria terra mentre agli esuli questo ritorno è inibito. La cosa più ingiusta e insolente che oggi potremmo fare – ha concluso Valettini – è giustificare tutti questi crimini atroci con precedenti violenze: sicuramente il fascismo si macchiò di violente efferatezze. La violenza, però, non giustifica una violenza di ritorno". Infine, un messaggio di speranza con Gorizia e Nuova Gorica capitali europee della cultura per il 2025: "La cultura è sempre una speranza e questo dev’essere il testimone da tramandare alle generazioni future. Guardiamo al passato senza odio per meglio orientarci al futuro".
Toccanti le letture a cui hanno dato voce gli studenti del liceo che hanno concluso la commemorazione rinnovando il messaggio di speranza del sindaco. "Oggi che il mondo ha preso coscienza di una storia cosi tragica e crudele – hanno detto – i due popoli sono sempre più uniti, nonostante il passato violento".