REDAZIONE MASSA CARRARA

«Ho mantenuto la parola data a mio padre» Federica Barbieri a testa alta dopo 14 anni

La figlia dell’operaio morto per asbestosi: c’era l’amianto killer

tribunale

Carrara, 27 gennaio 2017 - «Siamo felici: dopo 14 anni di battaglie ho finalmente mantenuto la promessa fatta a mio padre. Far riconoscere dall’Inail la sua malattia per aver respirato amianto». La famiglia avrà una rendita, ma dovrà ridare indietro i 60mila euro. È ancora emozionata Federica Barbieri, figlia di Mario, l’operaio morto nel 2006 per asbestosi polmonare, dopo aver lavorato quasi trent’anni ai cantieri navali di Marina a contatto con l’amianto. Barbieri era morto da 10 anni quando, nel 2016, il tribunale gli aveva abbassato l’invalidità dall’80 per cento al 38, autorizzando così l’istituto di assistenza a chiedere indietro ai familiari più di 60mila euro versati nel corso degli anni. L’Inail, per restituire la somma, aveva dato fino a febbraio ai tre figli dell’operaio e alla moglie, che, a 75 anni, perdeva anche la pensione di reversibilità. Nei giorni poi scorsi era trapelata la notizia che l’istituto non avrebbe rivoluto i soldi indietro, ma le cose sono andate diversamente. Ieri, durante il colloquio con Giovanni Alvaro, direttore regionale e Giovanni Lorenzini, collega provinciale, è arrivata la notizia alla famiglia Barbieri: rendita assicurata alla moglie, come per altri 44 casi, ma in virtù di una sentenza, i 60mila euro dovranno essere restituiti. «Usciamo in piedi ed a testa alta – racconta Federica -. Hanno riconosciuto che mio padre aveva respirato amianto e che la sua morte e dovuta da una malattia asbesto-correlata. Mia madre avrà finalmente diritto alla rendita e la mia promessa è mantenuta. Siamo purtroppo comunque debitori dell’Inail di 55mila euro più 10mila di interessi legali dovuti in quanto la sentenza ha ridotto da un 80 per cento a un 38 l’invalidità. Vergognoso? Fate voi. Adesso, con gli arretrati che devono a mia madre onoreremo questo debito. Ma è finita. Basta tribunali, basta carte perizie e avvocati, basta paura, basta tremare. Mio padre, in qualche modo, ha insegnato a tutti che non si muore in silenzio. Anche un operaio può difendersi. Grazie a tutti, ma il ringraziamento più speciale va a Marco Bazzoni per l’appoggio morale e per ogni parola che mi ha regalato. Ne esco comunque vincente, ho molte persone intorno e il mio bagaglio di vita è pieno zeppo di emozioni che mi hanno regalato. Ogni promessa è debito, ed io ho saldato quella con mio padre. Hanno riconosciuto che mio padre aveva respirato amianto e che la sua morte e dovuta da una malattia asbesto-correlata. Siamo purtroppo debitori dell’Inail di 55mila euro più 10mila di interessi dovuti in quanto la sentenza ha ridotto da un 80 per cento al 38 l’invalidità».