REDAZIONE MASSA CARRARA

I Franchi accusati di frode fiscale: "La piscina era una vasca da lavoro"

Ieri in tribunale i testimoni della difesa del colosso del marmo. Chiusa l’istruttoria del processo

La Franchiumberto al centro di un’inchiesta giudiziara per evasione. Ieri in tribunale si è chiusa la. fase istruttoria che vede. indagati Alberto e Bernarda

La Franchiumberto al centro di un’inchiesta giudiziara per evasione. Ieri in tribunale si è chiusa la. fase istruttoria che vede. indagati Alberto e Bernarda

Si è chiusa l’istruttoria dell’operazione King, l’inchiesta che nel 2019 inguaiò la Franchiumberto. Ieri davanti al giudice Fabrizio Garofalo hanno sfilato i testimoni della difesa che hanno chiarito il passaggio di spese che secondo l’accusa erano costi personali caricati sull’azienda. Dalle testimonianze è emerso che le piscine finite nei capi di imputazione non erano lussi personali, ma vasche utili alla lavorazione del marmo.

L’inchiesta King dal nome dei blocchi di marmo bianco, fu aperta dalla Guardia di Finanza nei confronti del colosso del marmo che dovette rispondere di frode ed evasione fiscale. Nell’inchiesta furono coinvolti gli amministratori Albertoe Bernarda Franchi e il dipendente Carlo Francesco Varni. A suo tempo furono prese misure interdittive di un anno di divieto a esercitare attività di impresa a carico dell’amministratore Alberto Franchi, oltre al sequestro di 400mila euro. Su ordine del gip Dario Berrino le stesse misure furono a carico anche del dipendente Varni. A carico della Franchiumberto furono contestati reati tributari, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici.

Le perquisizioni hanno passato al setaccio non solo le abitazioni e gli uffici dei due titolari, ma anche sulla ricca flotta di barche e yacht di loro proprietà ormeggiati al Club Nautico.

Le misure cautelari sono state adottate dal gip dopo le indagini di polizia giudiziaria svolte, dal 2017 al 2018, sotto il coordinamento del Procuratore Marco Mansi e del sostituto Roberta Moramarco. Il gip ha accolto le richieste della Procura e ha confermato il pericolo di reiterazione dei reati. Le attività investigative sono state svolte attraverso intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali e hanno riguardato le modalità di vendita del marmo. Nel documento della Guardia di finanza si parla quindi di "un collaudato sistema di sottofatturazione dei carichi commerciali. Nella maggior parte dei casi, spedizioni verso i mercati asiatici, Stati Uniti e Brasile". Proprio dal riferimento, durante una conversazione, a blocchi di particolare pregio, indicati in codice come “king”, il nome attribuito all’indagine. Gli investigatori hanno monitorato le operazioni di esportazione, acquisendo direttamente notizie sulle contrattazioni avvenute con compratori esteri o con loro intermediari e confrontando i prezzi concordati con quanto riportato nei documenti della contabilità ufficiale.