
’Per forza di levare’ sarà aperta al museo della Padula fino al 25 ottobre. Dal David alla Pietà, le scultura di Buonarroti ritratte dallo storico studio .
La Pietà. La Pietà Rondanini. I Prigioni. Inaugura oggi e va avanti fino al 25 ottobre, al Carmi, Museo della Padula dedicato a Michelangelo, la mostra ’Per forza di levare. Michelangelo scultore nelle fotografie degli Archivi Alinari’, realizzata in collaborazione con la Fondazione Alinari per la fotografia, curata da Rita Scartoni con la consulenza scientifica di Cristina Acidini. Esposte lastre e negativi che il laboratorio fiorentino, specializzato nel ritrarre arte, realizzò delle opere dell’immenso scultore che oggi ci piace definire come il primo dei contemporanei per quanto è ancora attuale, come ha sottolineato Cinzia Compalati, curatrice del Museo. E contemporanei sono anche i Fratelli Alinari, ha aggiunto Rita Scartoni, visto che molto spesso le stampe sono realizzate oggi dai negativi originari e prendono vita sotto gli occhi degli sviluppatori per la prima volta.
In mostra ci sono 70 stampe fine art e un piccolo nucleo di stampe originali provenienti dal fondo fotografico fiorentino divenuto pubblico nel 2019 grazie all’acquisto da parte della Regione Toscana, che documentano l’opera scultorea di Michelangelo per celebrare il 550º anno dalla nascita.
"Si tratta di un progetto presente nel dossier per la candidatura di Carrara a Capitale dell’Arte Contemporanea 2026 – ha spiegato l’assessore alla Cultura Gea Dazzi". "Siamo molto contenti ogni volta che facciamo una mostra in Toscana e portiamo parte di questo archivio ricchissimo nella sua regione" ha aggiunto Claudia Baroncini, direttrice della Fondazione Alinari.
Una parte della mostra è dedicata alle foto di Carrara e delle cave realizzate dal fotografo Corsini e acquisite dal Fondo, che attraverso donazioni e acquisizioni (i laboratori Brogi e Anderson e Corsini appunto) è passato da 140mila lastre a un patrimonio di 5 milioni di lastre di cui oggi si sta procedendo a digitalizzazione.
Michelangelo, come noto, stette a Carrara otto mesi nel 1506 per scegliere i marmi per la tomba di Giulio II. "Dovevamo scegliere come rappresentare il David, l’opera più famosa al mondo e più fotografata, e abbiamo deciso di soffermarci sui dettagli del volto" ha detto la curatrice Rita Scartoni. In mostra anche le celebri fotografie del David sull’arengario di piazza della Signoria, scattate dal fondatore Leopoldo Alinari, dove si vede che il gigante stava sotto una copertura per ripararlo dal sole e dalle intemperie.
Il David introduce una sezione della mostra intitolata ’Giganti di marmo e di vetro’, lastre negative fuori formato, uniche al mondo, testimonianza di una sperimentazione tecnica all’avanguardia. Caso unico, gli Alinari non si sentivano artisti, ma di fatto fecero dell’arte il loro principale soggetto, tanto che la storia dell’arte si studia da sempre sulle loro immagini. Il percorso espositivo copre 120 anni di fotografia, a partire dal 1852, e tocca Firenze, Roma, Milano e Parigi.