Roberto Oligeri
Cronaca

Il boom della trota lunigianese che conquista il Nord Italia

Le vasche lungo il Lucido forniscono pesci anche a Udine e Aosta

Andrea Damiani e la figlia Giulia al lavoro con le loro trote

Massa , 15 giugno 2017 - GIÀ AI tempi dei Granduchi di Toscana, le carni delle trote pescate nel torrente Lucido erano decantate per la loro squisitezza e veniva trasportate in botticelle di legno, a dorso di mulo, dalla Lunigiana sino a Firenze. La trota lunigianese vive in simbiosi con le acque che caratterizzano l’ecosistema formato dal Lucido «ruscello d’acqua perenne chiamato Lucido – lo descriveva Vallisneri, biologo del Seicento –per non intorbidir mai e che dà squisitissime trote...». E lungo questo corso d’acqua sorge da 50 anni la Troticoltura Damiani che ha le vasche d’allevamento all’imboccatura del fiume. A non molta distanza da dove le alchimie della natura supportate dai fenomeni carsici fanno sgorgare l’acqua nera e l’acqua salata, meta di visitatori alla ricerca di acque salutari.

«Esiste dall’inizio degli anni Sessanta, grazie all’intuizione di mio padre Nino – racconta Andrea Damiani uno dei titolari – . Siamo a stretto contatto con la natura e in continua espansione. Il nostro è un’allevamento a ciclo completo: dalle uova dei nostri riproduttori arriviamo al pesce adulto che consegnamo alla clientela. La nostra struttura si vanta del riconoscimento di zona indenne da malattie ed è autorizzata dalla CEE ad effettuare “semine” in tutte le acque pubbliche. Mandiamo il prodotto soprattutto nel Nord Italia, dalla Valle d’Aosta sino ad Udine. Alleviamo trote iridee, salmonate e la trota fario, quella con i puntini rossi, la regina del torrente. Da 20 anni portiamo pure avanti con successo anche l’allevamento del salvelinus fontinalis, il salmerino di fonte, un salmonide delicato ed esigente in fatto di purezza dell’acqua, ambito dai pescatori e dalle carni delicatissime. L’Agriturismo la Burlanda di Fosdinovo e il Vecchio Tino a Monte dei Bianchi, hanno vinto i primi premi dal Parco dell’Appennino proponendo piatti a base di questo pesce». Oltre ad Andrea, a condurre l’azienda vi sono la sorella Simonetta, il cognato Stefano, il nipote Jacopo e quattro dipendenti.

«C’è anche mia figlia Giulia, la terza generazione – prosegue Andrea – che riposta nel cassetto la laurea in scienze pedagogiche, s’è gettata a capofitto nella piscicultura. Puntiamo sulla qualità, chiave del nostro successo. Molti ci chiedono perché non ampliamo l’attività fino a produrre prodotti trasformati, ma già fatichiamo a sostenere l’attuale mole di lavoro che è in continua crescita. La qualità del pesce allevato dipende dall’acqua dove vive e noi abbiamo la fortuna di usare acque fresche, limpide, abbondanti che rendono le carni di trote e salmerini magre, digeribili, ricche di proteine e dei preziosi Omega 3. Vendiamo salmonidi in tutti gli stadi dell’accrescimento: a riserve di pesca, acque pubbliche, ristoranti e qui in azienda direttamente al consumatore. Dobbiamo ringraziare mio padre Nino – conclude Andrea – sempre alla ricerca di come fare impresa ”al ciocco del Pizzo d’Uccello” come diceva sempre. E’ lui che ha dato inizio 50 anni fa a questa azienda. E c’è riuscito».