"È sconcertante che il sindaco di Carrara, Serena Arrighi, abbia inaugurato una statua in onore di Ernesto Che Guevara, dipingendolo come un’icona di libertà e diritti. Ancor più grave è che abbia voluto dare lezioni di democrazia, dimenticando che Guevara è stato uno strumento della dittatura comunista di Fidel Castro, responsabile di esecuzioni sommarie, repressioni politiche e violazioni sistematiche dei diritti umani. Il bello è che la sindaca, in maniera ipocrita, afferma di condannare ogni forma di totalitarismo". Così il deputato toscano della Lega Andrea Barabotti, dopo l’inaugurazione, ieri mattina a Carrara, della statua dedicata a Ernesto Che Guevara, la prima in Italia, opera dello scultore argentino Jorge Romeo. "Eppure - aggiunge Barabotti- ricordiamo queste parole di Guevara: “L’odio come fattore di lotta, l’odio intransigente del nemico… deve trasformarci in una macchina per uccidere fredda ed efficace“. Questo era il suo modello di giustizia. Non è stato un difensore dei diritti, le sue idee hanno portato alla costruzione di un regime oppressivo che ha imprigionato, torturato e ucciso migliaia di oppositori politici". Secondo Barabotti "celebrare Che Guevara significa legittimare il culto della violenza politica e di un’organizzazione dello Stato nemica della libertà e del benessere sociale. Il Pd ne prenda le distanze".
All’inaugurazione della statua, sistemata sulla scalinata del Baluardo, aveva presenziato la sindaca Arrighi. "Ernesto Che Guevara con la sua vita e con la sua morte ci ha donato un simbolo - aveva detto in mattinata -, un’icona di libertà e diritti che devono essere perseguiti a prescindere da se stessi e dai confini statali all’interno dei quali si è nati", e "a chi sostiene che questo sia un affronto alle vittime dei totalitarismi di destra e di sinistra" dico che "noi condanniamo fortemente ogni totalitarismo, ogni regime, rimarchiamo però che gli affronti alle vittime sono quelli di chi tollera i saluti romani e gli inni al duce all’interno propri movimenti giovanili e consente ai torturatori di uomini di tornare libero a casa con un volo di stato". "Che Guevara – aveva aggiunto la sindaca Arrighi - ha combattuto per la libertà delle persone e per l’affermazione dei loro diritti. L’ha fatto in Paesi che non erano il suo e in un mondo in cui si parla di suprematismi e nazionalismi, in cui l’interesse dell’individuo sembra debba prevalere su quello della collettività".