Un tempo... da lupi, quello di sabato, che però non ha impedito al pubblico di presentarsi numeroso alla proiezione nel Museo degli Agostiniani a Fivizzano del docufilm ’LupoUno’ di Bruno Boz e Ivan Mazzon, vincitore di numerosi premi tra cui ’miglior documentario’ al Trento Film Festival 2023. L’evento, organizzato da Andrea Jacomelli titolare di FraAndrea Mountain and Climbing bottega di articoli per la montagna a Fivizzano – esercizio commerciale, intellettuale e punto di riferimento per la promozione di iniziative legate alla cultura della montagna – è stato patrocinato anche dal Comune di Fivizzano, presente in sala l’assessore all’ambiente Giovanna Gia.
Sia alla proiezione che al successivo dibattito c’erano Duccio Berzi e Siriano Luccarini, due dei protagonisti del documentario: due dei massimi esperti in materia, che da oltre 30 anni studiano sul campo il grande predatore, cercando di mettere in atto il frutto dei loro studi per mitigare il conflitto con l’attività pastorale. Il documentario riprende le fasi di realizzazione di un progetto promosso dall’Università degli Studi di Sassari e dalla Regione Veneto sul massiccio del Monte Grappa, che ha sperimentato soluzioni innovative per la mitigazione del conflitto con l’uomo, in particolare attraverso l’uso proattivo di radiocollari, soprattutto tra le province di Vicenza, Belluno e Treviso. ’Lupo uno’ è la denominazione del laccio attraverso il quale è stato catturato l’animale protagonista del documentario.
Il documentario mette in evidenza come combinare varie soluzioni di monitoraggio a diversi sistemi d’allerta (dal radiocollare ai dissuasori acustici che scattano appena il predatore si avvicina al gregge) può essere di grande aiuto per impedire la predazione dei capi allevati. Inoltre, questo approccio punta anche a innescare una riflessione differente tra coloro che vedono nel ritorno del lupo un problema. Il film mostra le tecniche di monitoraggio di una famiglia di lupi, ma anche la vita e le attività lavorative dei residenti in questo distretto montano e la dura vita del team di ricercatori dalla meticolosa e scientifica preparazione per la cattura di un esemplare, al commuovente rilascio e al conseguente monitoraggio, fino al recupero del radiocollare. Tante le domande del pubblico, focalizzate sulla pericolosità del lupo e sulla sua presenza in termini numerici: "I lupi, che rischiarono l’estinzione negli anni ’70, si sono semplicemente riappropriati dei loro spazi". Poi alcune curiosità sui radiocollari, alcuni hanno chiesto in merito a funzionamento e pericolo di distacco: "L’operatore quando la batteria finisce (la durata è circa 3 anni) stacca da remoto il collare". Un intervento anche da parte di un operatore agricolo, che ha ricordato le difficoltà del settore per gli attacchi della fauna selvatica.