ROBERTO OLIGERI
Cronaca

Il ’Corale’ abbraccio agli amici ucraini

Il sodalizio di Fivizzano e Licciana Nardi scrive all’arcivescovo della chiesa Greco-Cattolica di Kiev: "E’ un dramma che ci addolora"

di Roberto Oligeri

"E’ un dramma che ci addolora". Inizia così la lettera inviata dal ’Coro Lunigiana’ all’arcivescovo di Kiev. Dura almeno da 15 anni il sodalizio che lega il Coro Lunigiana di Fivizzano e Licciana Nardi con l’Ucraina. Un’amicizia iniziata quando l’ensamble musicale lunigianese, che lo scorso anno ha festeggiato il mezzo secolo di vita, si era impegnato in un progetto di solidarietà per raccogliere denaro a favore del reparto pediatrico dell’Ospedale di Leopoli (Liv) dove, a tanti anni di distanza, vengono ancora ricoverati bambini colpiti dagli effetti delle radiazioni sprigionate dal terribile incidente, nell’aprile 1986, allacentrale nucleare di Chernobyl. Una lunga serie di concerti, quella effettuata all’epoca da parte della Corale, che permise di inviare in Ucraina un importante contributo. Talmente importante che, successivamente, per questo suo spontaneo gesto di solidarioetà, il Coro fu invitato a Roma dall’ambasciatore e dalla comunità ucraina residente nella capitale. Inoltre, il Cardinale Lubomir Husar, venne di persona a ringraziare il Coro Lunigiana, nel contesto di una messa solenne nella chiesa di Licciana Nardi. Da quel momento, fra le tante benemerenze di cui il Coro è insignito, nei suoi 50 anni di esibizioni in tutti i paesi d’Europa, Russia compresa, spicca quella di “Membro Onorario della Chiesa Greco-Cattolica d’Ucraina“. Il suo direttore, Primo Ceccarelli, e il presidente Luigi Ferrari, sono anche stati nominati “Membri della Famiglia patriarcale di Sua Beatitudine“.

"Ricordo bene - racconta Ferrari - quando fummo invitati a Roma nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, alla presenza dell’ambasciatore Coroscju e della comunità ucraina. Fra i brani presentati avevamo preparato “Oce nasc“ (Padre nostro) in slavo antico. A me e ai coristi vengono ancora i brividi nella schiena ricordando quando, appena iniziato a cantare in quella lingua, le centinaia di persone che ci ascoltavano, in silenzio si alzarono in piedi, quasi fosse il loro inno nazionale". In questo momento così tragico, in virtù dell’amicizia che ci lega con quel popolo, abbiamo inoltrato, tramite l’ambasciata in Vaticano, una lettera in italiano e ucraino, di vicinanza e sostegno a Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco-Cattolica d’Ucraina a Kiev, informandolo che la nostra solidarietà si sta concretizzando con l’offerta di aiuti materiali che stiamo raccogliendo in collaborazione con associazioni umanitarie e in coordinamento con l’Ordine di Malta di Massa. Siamo infatti impegnati nella raccolta di prodotti per l’igiene delle persone: pannolini, saponette, dentifrici, spazzolini. Chiunque voglia contibuire ci contatti: la nostra, nel campo della solidarietà è un’esperienza che viene da lontano".