"Sul castello di Moneta negli anni si è abbattuta una damnatio memoriae che, nell’intenzione di far dimenticare qualche sindaco, alla fine ha nuociuto al recupero del maniero. Nello scorso settembre però la giunta Arrighi ha deciso di rivedere e aggiornare il vecchio progetto di restauro per partecipare a specifici finanziamenti pubblici e forse qualche cosa si muoverà". A dirlo è Luigi Giovannelli, ex consigliere (ma lui lo è rimasto un pò a vita) della circoscrizione 3 (Bonascola-Nazzano-Fossola-Pontecimato-Perticata-Fossone) che dopo gli anni delle battaglie (quando sembrava che Moneta fosse sotto i riflettori di palazzo civico), il castello ha subito gli anni dell’oblio, mentre ultimamente sembra riproporsi all’attenzione. Un oblio che Giovannelli mal sopporta da un ventennio e che attribuisce anche alla soppressione delle circoscrizioni: "Sono state abolite nel 2008 e sempre più oggi se ne sente la mancanza, in quanto fungevano da filtro tra l’Amministrazione comunale e il territorio di competenza – scrive Giovannelli in una nota – e se andiamo indietro nel tempo possiamo capirne meglio la loro utilità perché è con le circoscrizioni che si perviene ad una lettura più critica e capillare del territorio di competenza, dando la possibilità di riscoprire culture popolari e antichi siti. E fin da subito era emersa la necessità di un recupero culturale e materiale di Moneta, dando così vita ad una importante fase progettuale di tipo conservativo dell’antico castello".
Giovannelli fa una breve cronistoria dei primi lavori a Moneta: "nel 1990 inizia il restauro conservativo e in concomitanza con i rilievi topografici, nel 1991 e 1992 per due anni consecutivi vengono aperti due campi archeologici per sondare la superficie. Nel 1997 la famiglia Dervillè decide di donare il castello al Comune, quando sindaca era Emilia Fazzi Contigli. Nel 1998 si insedia la giunta Segnanini che dà un forte segnala di continuità, nel 2000 è pronto un altro progetto e nel 2003 vengono avviati e realizzati i lavori dei primi tre lotti sui nove previsti. Ma dopo soli due anni di lavoro il cantiere verrà chiuso per sempre perche le nuove amministrazioni che si succederanno, prima Conti e poi Zubbani, non hanno mai mostrato un particolare interesse verso questo progetto, forse per una "damnatio memoriae" nei confronti di chi li ha preceduti" continua Giovannelli con amarezza, ricordando i denari già spesi.
"Non va dimenticato che per la realizzazione dei vari lotti, negli anni il comune ha già investito per Moneta qualcosa come 300mila euro. Poi dal 2005 sul castello cala il sipario fino all’agosto 2020 quando nasce la pagina facebook ’Salviamo il castello di Moneta’ che riesce a riportare all’attenzione non solo locale ma nazionale, il suo restauro".
Maurizio Munda