+di Ilaria Vallerini
C’erano le anestesiste, occhi combattivi e camici candidi, al loro fianco i colleghi, ma anche i medici ancora con lo stetoscopio al collo, quelli di turno e quelli presenti nonostante una notte di lavoro. Poi qualche assessore massese e carrarino che spuntava qua e là tra la folla ammassata sotto le bandiere rosse della funzione pubblica Cgil all’ingresso dell’Ospedale Apuane, tante da coprire il cielo. Quest’ultima tra i sindacati di categoria promotori del presidio insieme ad Aaroi Emac e Anao per gridare "no" alla riorganizzazione voluta dall’Asl che ha visto il passaggio da 3 a 2 anestesisti notturni all’Ospedale Apuane, una manovra che ha significato il taglio della guardia anestesiologica attiva ’dedicata’ all’Ostetricia. Una riorganizzazione entrata in vigore il 16 dicembre scorso e su cui sono puntati i riflettori da settimane. "La terza guardia anestesiologica non è un lusso e lo dimostrano le 6 chiamate al medico anestesista con reperibilità notturna in sole 7 notti dalla nuova organizzazione. Non si è trattato di chiamate sporadiche, ma gli interventi hanno necessitato una presenza e una durata ben superiori alle 3 ore. Nella notte tra venerdì e sabato l’anestesista che è intervenuta si è dovuta fermare in reparto per ben 12 ore. Se veramente questa nuova organizzazione serve a recuperare un turno così da snellire alcune liste di attesa perché non sono state prese in considerazione alcune ipotesi alternative che assieme agli anestesisti abbiamo formulato? All’azienda quindi diciamo con forza e determinazione di tornare indietro. Non ci sono altre alternative. E non lo diciamo solo noi ma è un intero territorio che grida: è con questo spirito che ringraziamo tutti i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione dei due Comuni, Massa e Carrara, che hanno votato mercoledì scorso all’unanimità il sostegno alla nostra rivendicazione. Mi domando come si possa ignorare tutto questo e come si possa perseverare", ha detto il segretario provinciale Cgil Massa Carrara, Nicola Del Vecchio. Ha mosso poi dure critiche anche al monitoraggio della riorganizzazione comunicato dall’Asl.
Intanto, giunta giusto in tempo per l’assemblea con i medici, successiva al sit in all’esterno dell’ospedale, la sindaca di Carrara Serena Arrighi ha dichiarato: "Siamo qua per chiedere all’Asl di sospendere la riorganizzazione e per ribadire che saremo sempre al fianco di chi quotidianamente lavora per la nostra salute e per la difesa del servizio pubblico. Ci auguriamo che nella giornata del 10 gennaio, quando si terrà la conferenza zonale dei sindaci, si potrà finalmente arrivare ad un confronto che ancora non c’è stato". Le organizzazioni sindacali Fp Cgil Massa Carrara e Aaroi Emac hanno proclamato lo sciopero proprio per il 10 gennaio 2025 della durata di 24 ore dei dirigenti medici anestesisti, rianimatori e dei turnisti compreso il primo turno montante dell’Ospedale Apuane. "La proclamazione – spiegano i sindacati – a seguito dello stato di agitazione indetto lo scorso 4 dicembre, al quale è seguito l’incontro il 13 dicembre per la procedura di raffreddamento alla Prefettura di Pisa, che ha avuto esito negativo. Lo sciopero si è reso necessario a seguito della volontà aziendale di procedere nella soppressione della guardia attiva anestesiologica, che era presente al punto nascita dell’OA, a cui è seguita operativamente la nuova organizzazione aziendale a partire dal 16 dicembre e tuttora in atto".
Intanto, il consigliere regionale Pd, Giacomo Bugliani, ha annunciato di aver presentato un’interrogazione urgente alla giunta toscana. "Ho chiesto alla giunta regionale – chiarisce Bugliani – di valutare la possibilità di aprire un tavolo di discussione. Il presidio di guardia anestesiologica è fondamentale per l’ostetricia e per la sicurezza delle madri e dei neonati, che va tutelato con ogni mezzo possibile. Auspico che la Regione si attivi per trovare una soluzione che garantisca la continuità di un servizio tanto apprezzato e, soprattutto, indispensabile. Non possiamo permettere che un’area strategica come il reparto di Ostetricia perda la sua peculiarità e venga privato di risorse vitali per la salute dei cittadini".
Nella giornata di mobilitazione di ieri Del Vecchio ha concluso dicendo: "Sappiamo bene che i problemi della sanità sono anche altri e che gran parte delle responsabilità derivano da scelte degli ultimi anni e dal definanziamento del servizio Ssn, ma ci ricordiamo anche quando a livello regionale ci era stato detto che l’aumento dell’Irpef serviva a garantire il ’modello’ toscano. Oggi qualcuno ci dovrebbe spiegare come stanno insieme queste due cose".