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Il ds Franco Franchini della Pugilistica
C’era un tempo in cui il Politeama ’Verdi’ ospitava affollatissime riunioni di boxe. Quando la Pugilistica Carrarese aveva uno squadrone che vinceva da tutte le parti. Poi è arrivato il tempo dei crolli, della inagibilità e dell’abbandono, un degrado che ha pesantemente toccato anche le strutture sportive cittadine e le società che hanno avuto sempre maggiori difficoltà a esercitarsi.
A ricordare i tempi d’oro del Politeama è la Pugilistica Carrarese ’Enrico Bertola’ che nel suo archivio ha ritrovato un manifesto di un incontro di boxe di Firenze contro Carrara, andato in scena (o meglio, sul ring) il 21 febbraio 1946. Per Carrara combatterono i pesi mosca Barattini e Pancani, i pesi gallo De Marchi e Boncompagni, il peso piuma Franchini, i pesi leggeri Santoro, Chisci, Zanelli, Luciani. L’ingresso in platea costava 70 lire, le poltrone di ring 100 lire oltre l’ingresso, i palchi 300 lire, il loggione 40 lire. E dopo gli incontri era garantito anche il tram per il ritorno.
Tra tanta nostalgia, ma anche con tanta rabbia per la situazione attuale, interviene il ds della Pugilistica Carrarese Franco Franchini che non si rassegna, mentre le altre società sembrano essersi adagiate sulla attuale disastrosa situazione degli impianti sportivi cittadini.
"Ancora dobbiamo combattere senza pubblico – lamenta il dirigente gialloazzurro - e questo ci penalizza e ci crea molte difficoltà. Sul fronte delle agibilità non si muove niente e nessuno si pronuncia, e invece servirebbe un cambio di passo". Alla boxe farebbe comodo usufruire della Dogali ma qui, tra chi dice che i lavori saranno lunghi (i tecnici) e chi dice che dureranno poco (i politici), c’è molta incertezza. Franchini è riconoscente verso l’amministrazione per la sistemazione dell’impianto elettrico della palestra di via Cattaneo, ma non può organizzare eventi.
"Nei primi giorni di marzo saremo costretti ad andare a Sarzana perché qui non possiamo organizzare né tornei, né campionati, né manifestazioni giovanili. E poi siamo sempre in attesa che ci venga indicato il luogo dove sistemare il monumento ad Enrico Bertola. E’ un guantone da boxe in marmo, di oltre un metro e mezzo di altezza oltre il basamento, ma dopo diverse indicazioni (prima nella piazzetta san Francesco, poi nel piazzale dietro la stessa chiesa, ndr.) abbiamo proposto piazza Garibaldi, ma non abbiamo avuto risposte".