REDAZIONE MASSA CARRARA

Il mare torna “pulito“ tranne che a Cinquale

Via libera da Arpat ai tuffi dopo le nuove analisi che però hanno confermato l’inquinamento al Versilia. Il sindaco: "Dato sballato"

Via libera da Arpat ai tuffi in mare, quasi ovunque tranne a Cinquale, a nord della foce del fiume Versilia. In queste ore la natura ha fatto in fretta il suo lavoro spazzando via i batteri fecali, a Marina di Carrara, a Ronchi e Marina di Massa. D’altronde i valori riscontrati il 9 giugno erano tutto sommato leggermente sopra il limite di legge. Il ‘miracolo’ è invece il risultato riscontrato alla foce del Lavello, area di campionamento denominato Campeggi ovest, dove nel giro di pochissime ore si è passati da un inquinamento di escherichia coli di quasi 40 volte il limite stabilito dalla legge (oltre le 19mila unità per 100 millilitro) a valori quasi impercettibili (171). Miracolo della natura o meno, i risultati delle analisi suppletive effettuate da Arpat il 12 giugno hanno permesso ai due sindaci, Francesco De Pasquale e Francesco Persiani, di rimuovere le ordinanze di divieto di balneazione proprio in occasione del fine settimana: magra consolazione, comunque, visto che le previsioni non sono proprio bellissime. Ma almeno sotto il profilo dell’immagine turistica della costa sembra essere ristabilita la normalità. O quasi. Perché restano comunque tutti gli altri problemi, dal lavarone all’erosione fino alla gestione delle norme anti-contagio da Covid19. Soprattutto resta quella sensazione di essere costantemente in balia degli eventi (atmosferici, nel caso specifico), preda di un vile destino che ‘uccide un uomo morto’. Perché al miracolo del Lavello si contrappone, ad esempio, l’incognita dell’area Cinquale ovest dove si è avuta un’improvvisa impennata dell’inquinamento difficilmente riconducibile in maniera diretta alla pioggia torrenziale di diversi giorni fa. Lì dove il dato del 9 giugno era quasi nella norma l’escherichia coli è schizzata a 1.100, oltre due volte il limite. E il sindaco Gianni Lorenzetti non sa davvero spiegarsi il perché ma sa che quel fiume che sfocia a Montignoso si porta sulle spalle problemi anche di altri territori: "Non so da dove possa essere venuto fuori un dato così sballato. Certo non mi sento responsabile. Col Versilia io rappresento anche Stazzema, Seravezza, Pietrasanta e Forte dei Marmi. Mica un primato di poco conto. O mi metto con la cannuccia sul Versilia a togliere i batteri o c’è da fare un ragionamento tutti insieme: non mi posso accollare come Montignoso tutte le responsabilità, compreso il depuratore delle Ciocche che non è sul nostro territorio. C’è da sederci al tavolo tutti insieme: ne ho già parlato con i sindaci di Massa e Carrara e siamo sulla stessa linea. Non è possibile andare avanti così, a farci del male da soli".

Ma la figuraccia turistica della raffica dei divieti di balneazione su tutta la costa apuana, per due volte di fila, non danneggia soltanto i balneari ma tutto il settore che sul mare si regge. Ci sono gli alberghi, i campeggiatori, ristoranti, bar e locali e molto altro ancora. C’è un mondo intero che rischia il collasso e il presidente dell’associazione dei campeggi Ageparc, Marco Lucetti, mette bene in chiaro qual è la situazione. "Non è possibile ritrovarsi in queste condizioni tutte le stagioni estive. E soprattutto in questo particolare momento perché tutte le aziende della zona sono già in sofferenza a causa di questa tragica pandemia. Non possiamo lottare con i doverosi protocolli sanitari e di sicurezza anti Covid, con la mancanza di turisti e ora anche con gli impianti di depurazione non all’altezza di una comunità normale. Bisogna capire da dove nasce l’errore perché sicuramente una responsabilità c’è. Non si può dare la colpa alla pioggia".

Francesco Scolaro