IRENE CARLOTTA CICORA
Cronaca

“Simboli massonici sul mausoleo di Berlusconi? Tutto falso”. L’opera nacque in Lunigiana

Fivizzano, fu il grande scultore Pietro Cascella a ideare la costruzione nella quale riposerà l’ex presidente del Consiglio. Le parole della vedova dell’artista

“Simboli massonici sul mausoleo di Berlusconi? Tutto falso”. L’opera nacque in Lunigiana

Fivizzano (Massa Carrara), 15 giugno 2023 – "Silvio Berlusconi è stato un grande appassionato delle opere d’arte di Pietro Cascella, amava caratterizzare con esse i suoi ’spazi’, quindi sia il parco di Villa San Martino che Milano 2 e Milano 3 dove lavorava oppure ancora la casa in Sardegna, ma non solo".

Cordelia von der Steinen è la vedova del grande artista, nato nel 1921 e scomparso nel 2008: insieme hanno legato la loro vita a doppio filo con la Lunigiana da quando a metà anni Settanta acquistarono il Castello della Verrucola, dove lei ancora oggi vive.

Berlusconi con Pietro Cascella. Dietro di loro il mausoleo
Berlusconi con Pietro Cascella. Dietro di loro il mausoleo

"Prima che il Cavaliere scendesse in politica nel 1994, la collaborazione con mio marito era stata molto proficua e duratura: l’ultima opera che gli commissionò a fine anni Ottanta fu il mausoleo di Arcore, che Berlusconi aveva immaginato come monumento funebre per il padre Luigi e in generale come tomba di famiglia nell’area di Villa San Martino", spiega.

Che, però, al momento resta ancora vuota: sia il padre Luigi che la madre Rosa infatti riposano nella tomba di famiglia al cimitero Monumentale di Milano."Ricevemmo una telefonata da Siracusa, volevano dedicare un monumento ad Archimede e proprio la sua passione per l’universo ha portato al primo bozzetto: una piattaforma quadrata con pilastri e corpi celesti – racconta – La richiesta, però, sfumò e quando Silvio Berlusconi chiese a Pietro di realizzare la tomba di famiglia, senza croci o teschi, mio marito riprese quell’idea e la elaborò".

Cordelia von der Steinen mette a tacere le attribuzioni della simbologia presente nell’opera alla sfera massonica: "Sono tutte idiozie – dice – Basta guardare le pubblicazioni per vedere che quel bozzetto precede l’incarico di Berlusconi, eppure continua da decenni la libidine della maldicenza, ma tanto le parole vanno via e resta l’opera", per la quale ci sono voluti circa tre anni di lavoro.

"Vengono date attribuzioni simboliche ad elementi come la piramide, che fanno parte dell’umanità e della scultura di Pietro Cascella – aggiunge – Se uno volesse conoscere l’opera di Cascella vedrebbe che ci sono immagini ricorrenti, utilizzate fin dagli egiziani in poi, che hanno adottato anche i massoni. Ma noi il club segreto della massoneria non lo conoscevamo di certo".

L’opera ”La volta celeste“ è realizzata in marmo di Carrara (più di 100 tonnellate) con i pilastri su una base quadrata e un motivo che ricorre sul travertino del sotterraneo: una sorta di gancio infilato nell’altro a ripetizione come una catena che rappresenta i legami familiari, anche se Berlusconi ha lasciato spazio anche agli amici di una vita (ci sono 39 loculi).

"Il tema della volta celeste era sembrato subito congeniale al progetto dell’opera funebre richiesta dal Cavaliere – racconta ancora la vedova di Cascella – Questo perché nella morte si pensa di poter entrare nel cosmo, in qualche modo. Quindi è rimasto il focus, che era presente anche nell’intenzione del progetto precedente, quello legato alla figura di Archimede. Furono necessari degli anni per fare anche la parte sottostante, dove trovano spazio i loculi in un contesto che è sempre di tipo ’sculturale’. Fu un lavoro senza dubbio molto complesso".

Tra i due nacque subito un rapporto stretto: "Mio marito Pietro e Silvio Berlusconi si intesero subito, ci fu una vera scintilla. Entrambi avevano un forte temperamento – ricorda ancora la von der Steinen – Per lui, oltre al mausoleo che fu l’ultimo lavoro eseguito, realizzò molte fontane e sedute per i suoi ambienti e parchi. Ricordo che amava molto rilassarsi in quello di Arcore, specie la domenica. E che c’erano struzzi, canguri e altri animali. Un luogo ’altro’, al quale entrando in politica non potè poi più dedicarsi allo stesso modo".

"Ho conosciuto bene il Cavaliere, era una persona con lo stesso volto nel pubblico e nel privato. Mi faceva tanti complimenti, come a tutte le donne, era un uomo che incarnava le caratteristiche degli italiani e per questo piaceva molto, credo sia stato uno dei motivi del suo successo – precisa Cordelia von den Steinen – Aveva questo gusto per la conquista dell’altro, voleva a tutti i costi restare simpatico accattivandosi l’attenzione di chi aveva intorno. Percepiva l’altro, lo ’vedeva’ chiunque fosse. Ne era incuriosito: questa sua qualità umana è senza dubbio molto evidente e lo ha caratterizzato nella vita. Sempre se non si trattava di lavoro e competizioni, lì voleva vincere: io sto parlando dal punto di vista umano".

"Il mercante che ci ha messo in contatto con Berlusconi venne un giorno al castello della Verrucola per commissionare un’opera a mio marito – rivela infine la vedova dell’artista, originario di Pescara – Così è iniziata la collaborazione con gli architetti del Cavaliere, dai quali con il trascorrere del tempo si è smarcato. Berlusconi amava molto la scultura di Pietro Cascella e ne è stato un grande committente. Peccato solo che il rapporto e la collaborazione si siano esauriti con l’inizio dell’avventura in politica. Adesso con la sua morte stiamo vivendo un momento storico, è un’epoca che si chiude per il Paese".