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preparazione dei testaroli testi dell’azienda Testarolando (foto Pasquali)
Buono, pulito e giusto: sono i tre aggettivi principali del Mercato della Terra targato Slow Food, in grado di salvaguardare radici, storia e cultura alimentare di una comunità. Insomma non un mercato qualsiasi quello che ha esordito ieri in piazza della Repubblica a Pontremoli grazie all’associazione fondata da Carlin Petrini, Comune e un sodalizio di volontari che si dedicheranno allo sviluppo e al successo dell’iniziativa. "La storia siamo noi" cantava De Gregori. E sono proprio i consumatori che hanno il potere di influenzare scelte commerciali e di conseguenza agricole. È anche un po’ questo il senso del Mercato della Terra che Slow Food da ieri organizza ogni prima domenica del mese per ora nella piazza grande su cui ombreggia il Campanone, ma fra qualche mese ai Giardini del Teatro della Rosa.
Un mercato dove decine di piccoli produttori vendono ortaggi, formaggi, salumi, marmellate, testaroli, carni, pani secondo il principio che il piacere del palato deve essere abbinato alla coscienza dello stomaco. Sono eccellenze golose, ma per produrre il cibo non si devono avvelenare le terre o sfruttare i contadini e nemmeno gli animali. Di questa filosofia del mangiare si è parlato nella tavola rotonda “Verso il Mercato della terra Slow Food”, moderata dalla vicesindaca Clara Cavellini con gli interventi del sindaco Jacopo Ferri, di Gianrico Fabbri, presidente regionale di Slow Food, Matteo Podenzana, presidente della Condotta Slow Food LuniApua, Marco Del Pistoia , presidente Slow Beans, Leandro Ventura, direttore dell’Istituto per il mantenimento del patrimonio immateriale del Ministero dei Beni Culturali e Giovanni Venegoni, project manager che ha presentato il nuovo geoportale della Cultura Alimentare. Il sindaco Ferri ha sottolineato il particolare rapporto della città con Slow Food maturato negli scorsi decenni condividendo con la comunità iniziative come la cottura del cibo negli antichi testi.
"La Condotta locale ha sempre dato imput importanti alla nostra associazione - ha detto il presidente regionale di Slow Food – a partire dai presidi del testarolo, dell’agnello di Zeri e della Marocca di Casola, valorizzando il cibo come radice culturale. Siamo contenti dell’organizzazione di questo Mercato della Terra che garantisce la responsabilità dell’acquisto di cibo. Non si viene qui a comprare per portare via prodotti, ma per capire come vengono prodotti e se incidono nell’ecosistema in cui viviamo". Fabbri ha anche rilevato l’alto numero delle donne titolari di piccole aziende di trasformazione dei prodotti agricoli.
Tra gli stand sono intervenuti anche Daniele Lombardi della Comunità del Cibo di crinale, Marco Bertocchi, Raffaella Tavano e Alessio Bocconi, membri del consiglio direttivo dell’associazione “Mercato della terra Lunigiana a Pontremoli”, Sandra Ansaldo, fiduciaria della Condotta Slow Food della Spezia, Paolo Demi, Slow Food di Livorno, Edmondo Colliva presidente del Mercato della terra di Sarzana, Lerici, Val di Vara, Maria Pia Elia e Andreina Micheli della Pro Loco “Mani e Menti” e Paolo Fanti funzionario del Ministero. Ha chiuso Francesco Bola di Sigeric evidenziando l’importanza di legare le attività di promozione turistica agli eventi enogastronomici. Lo scrittore Paolo Junior Mancini ha presentato il suo libro “Vita contadina e diritti economico-sociali”.
"C’erano complessivamente 22 produttori rappresentanti di 4 province: Reggio Emilia, La Spezia, Massa Carrara e Lucca. – aggiunge Alessio Bocconi –. La giornata è andata molto bene con grande affluenza di gente. Molto seguiti gli stand di preparazione dei testaroli cotti nei testi dell’azienda Testarolando di Dario Balestracci e della torta d’erbi".
Natalino Benacci