Il Ministero dello sviluppo economico sta monitorando la situazione di Sanac per "individuare le soluzioni più idonee a salvaguardare quest’importante realtà produttiva". Al momento è questa la prima risposta che arriva da Roma alle preoccupazioni del territorio. Parole pronunciate dalla sottosegretaria del ministero dello Sviluppo economico, Alessandra Todde, durante il question time della decima commissione della Camera, rispondendo all’interrogazione del deputato Cosimo Ferri. La sottosegretaria ha ripercorso gli atti che riguardano l’azienda fino a oggi, rimarcando come il gruppo Sanac, in amministrazione straordinaria, stia andando bene, soprattutto a Massa: "Negli ultimi mesi del 2021 le performance economiche dello stabilimento hanno registrato un miglioramento". Sta inoltre rientrando l’emergenza liquidità, che derivava dall’enorme debito accumulato da Acciaierie d’Italia (prima Arcelor Mittal) nei confronti di Sanac per fatture non pagate a seguito delle forniture dei materiali. Sanac aveva presentato ricorso al Tribunale di Milano e ottenuto un pagamento di 10 milioni di euro rispetto ai 27 scaduti, con Acciaierie che ha presentato una proposta di conciliazione che prevede il pagamento dei debiti residui in due tranche fra agosto e settembre "oltre ad un impegno ad onorare puntualmente i futuri pagamenti". Stallo, invece, sulla procedura di vendita. Dopo il rifiuto della proroga sulla fideiussione di acquisto "è stato avviato l’iter per l’escussione delle garanzie prestate e, contestualmente, sono stati avviati contatti tra le parti per valutare l’ipotesi di una definizione della vicenda".
La tensione resta alta, sia sul fronte politico sia su quello sindacale. Secondo Massimo Graziani, segretario Uiltec Toscana Nord, "pensare di rimettere all’asta la Sanac di oggi è una follia. Chi mai prenderebbe un gruppo i cui 4 stabilimenti, compreso quello di Massa, non sono più al passo con i tempi, competitivi sul mercato? Sono 7 anni di amministrazione straordinaria in cui non è stato possibile fare alcun tipo di investimento, né sulla manodopera né, soprattutto, su mezzi, macchine e impianti. Significherebbe svendere un patrimonio italiano a qualche concorrente il cui unico interesse può essere solo quello di far fuori un competitor", richiamando la politica a prendere decisioni chiare e ferme. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi, ha presentato un’interrogazione con cui chiede alla Regione di "fare la sua parte e sollecitare lo Stato a erogare i contributi dovuti. La Regione deve fare la sua parte, la difesa dell’occupazione è un’assoluta priorità".
Francesco Scolaro