Il Natale si fonde con l’arte grazie a ‘Strade Creative’, il progetto promosso dal comune in collaborazione con l’Aps Oltre, che fra le diverse iniziative ha permesso di riempire numerosi angoli del centro storico con installazioni realizzate da cinque artisti che lavorano sul territorio. Ieri fra le piazze e le strade in tanti hanno partecipato alla passeggiata-visita guidata alle opere con gli stessi autori, l’assessore alla Cultura Gea Dazzi e la focal point di ‘Carrara Città creativa Unesco’, Maura Crudeli, a fare da ciceroni.
Da ‘Rudolf’, l’installazione collocata in via Santa Maria e curata dal collettivo di artisti Officina d’Arte Ponte di Ferro – composto da studenti ed ex studenti dell’Accademia di Belle Arti – che con materiali di scarto hanno realizzato la celebre renna di Babbo Natale attraverso una tecnica simile all’origami giapponese, a ‘Komorebi’ di Flavia Bucci, artista abruzzese stabilitasi a Carrara dopo essersi laureata in Accademia, che in via Ghibellina ha interpretato concetti natalizi come i buoni propositi e i bilanci di fine anno attraverso una parola giapponese, Komorebi appunto, che significa "luce del sole che filtra fra le chiome degli alberi".
"È un termine – ha spiegato l’artista – che indica l’idea di scorgere la luce laddove è più complicato. La mia idea era di riportare il concept dello scorgere sempre la luce e i buoni propositi nel futuro, cercando di essere propositivi e costruttivi proprio come fa l’arte". Ma non solo. Appassionati di arte contemporanea e curiosi in via Rossi hanno potuto camminare anche sotto l’opera di Alem Teklu, artista nata nel Tigray (territorio dell’Etiopia devastato dalla guerra) e laureata sia ad Addis Abeba sia a Carrara, che con la sua ‘L’incontro’ ha voluto sensibilizzare sul tema dell’immigrazione realizzando con tessuto intrecciato con tecniche africane e canne di bambù un’opera divisa in quattro parti.
In via Nuova, invece, Sara Grandi, artista di Varese a Carrara dal 2015, ha descritto ‘Radicante’, fatta a partire da viti donate da amici e che sporgono dai muri delle case: "Volevo creare qualcosa che celebrasse le radici della città e della comunità – ha detto l’artista –. Una comunità molto legata alla terra. Per questo le radici sbucano dalle tubature, creando un dialogo visivo".
In via Finelli, quindi, il lungo tulle di ‘Spirto’, l’opera del light designer torinese, Riccardo Milanetto, attivo fra il Piemonte e Carrara, che, come spiegato da Maura Crudeli, ha rappresentato "un passaggio morbido che si muove ad ogni alito di vento", mentre in piazza del Duomo l’albero ‘Regolo’, con una parte fissa e una che muta ogni Natale. L’interpretazione di quest’anno è stata realizzata da Vincenzo Marsiglia e curata da Cinzia Compalati e si ispira al regolo calcolatore e alla stella Regolo per creare un ponte fra rigore scientifico e immensità cosmica.
"Tutti gli artisti – ha detto l’assessore Dazzi – hanno lavorato con materiali poveri, di riuso, per un’arte circolare. È l’arte che fa rivivere i materiali di scarto". "Spesso – ha concluso Crudeli – gli addobbi sono di plastica, mentre quest’anno l’amministrazione ha voluto usare materiali di scarto".
Alessandro Salvetti