
"Già nel 2002 fu bocciato un progetto perchè ’impattante’ e anche ora sono richiesti nuovi studi. I confronti fatti sull’economia non sono corretti. A quale territorio ci si riferisce quando si parla di sviluppo?.
I Paladini Apuoversiliesi non ci stanno: "Questa querelle tra Carrara e la Versilia non ha logica – afferma la presidente Orietta Colacicco – anche perché sarebbe Carrara contro la costa apuoersiliese, che deve essere vissuta come un tutt’uno, in quanto un’unica unità fisiografica. In 25 anni come Paladini abbiamo molto lavorato per infrangere quel muro di gomma fra la costa apuana e la Versilia e non è nell’interesse di nessuno riedificarlo. E’ da chiedere ai soggetti che si schierano a favore dell’ampliamento del porto, perchè foriero di sviluppo per il territorio, di quale territorio parlano. Di quello di Carrara a discapito e danno dei territori limitrofi? E’ un ragionamento inaccettabile. E mi spiace non essere d’accordo con Gianni Lorenzetti quando dice che il turismo in Versilia presenta numeri risibili in confronto a quelli dell’economia apuana in relazione al porto. Dipende da come si leggono territori e numeri. Sono invece d’accordo con lui quando dice che le due economie devono coesistere e prosperare".
"Ma se si vuole fare un raffronto – continua Colacicco – bisogna pesare l’economia turistica dell’intera costa apuoversiliese rispetto all’economia generata dal porto di Carrara. Per la prima ci sono 644 stabilimenti balneari, 424 alberghi, 566 esercizi extra alberghieri (48 camping), 5935 esercizi commerciali, 3094 ristoranti, caffè, bar. Calcolando il personale impiegato e l’enorme indotto di giardinieri, idraulici, elettricisti, imbianchini addetti ai servizi alla persona, parrucchieri, estetiste, collaboratori familiari, vigilanti si arriva velocemente a 100mila addetti per un fatturato annuo di 3,5 miliardi di euro. Questo è quanto abbiamo presentato fra le nostre osservazioni al Piano regolatore".
"Comunque da tutta questa storia – prosegue Colacicco – emergono più aspetti legati dal filo doppio dell’erosione: il Piano regolatore è stato presentato il 7 febbraio 2022 e dopo tre anni si sta lavorando, o forse rifacendo, lo studio di morfodinamica costiera, cioè lo studio sull’erosione che i nuovi lavori potrebbero portare. E l’attenzione è sul litorale massese, in alcuni punti al limite, ridotto a pochi metri avendone perso anche 180. Che cosa succederebbe se si incrementasse l’erosione? Il mare esonderebbe. E‘ già successo. E non si può dimenticare che esiste un decreto legge del 2002 dell’allora ministro dell’Ambiente (Matteoli), di concerto col ministro per i Beni culturali (Urbani), che espresse “parere contrario al nuovo Piano regolatore portuale di Carrara ritenendo “opportuna la previsione di una nuova soluzione progettuale meno impattante di quella prevista, non espandendosi oltre la foce del torrente Carrione e mirando a una correzione dell’erosione anziché confermarla“. Evidentemente anche ora la correzione dell’erosione non c’è e da qui non ci si muove. A nostro parere, nell’ambito delle opere previste dal Piano regolatore, bisogna rinunciare a qualcosa, trovare un’altra soluzione progettuale meno rischiosa e impattante. Ora deciderà Roma ed è un peccato perchè si potevano trovare soluzioni tutti insieme, ma l’Autorità portuale ha sempre negato il dialogo. Invece solo lavorando di concerto, Autorità portuale, amministratori, portatori d’interesse e società civile, si può mettere fine a questa contesa e puntare allo sviluppo di tutto il territorio apuoversiliese e non di una parte. Intanto dobbiamo metterci tutti all’opera per contrastare l’erosione in atto".