Il progetto di ampliamento del porto riceve una prima, sonora bocciatura totale, sul fronte economico, ambientale e sociale. Un ‘no’ secco che emerge dalle osservazioni presentate nell’iter di Valutazione ambientale strategica (Vas) aperto al tavolo del Ministero dell’ambiente, sia dalle categorie economiche, che rappresentano le imprese del settore balneare, ma anche dalle associazioni ambientaliste, in prima fila i Paladini Apuoversiliesi, per arrivare a un’associazione come Plef, Planet Life Economy Foundation, che dal 2013 è membro del Consiglio Nazionale della Green Economy, una struttura consultativa proprio dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. Certo, siamo nella fase delle osservazioni ma è chiaro che quanto messo nero su bianco avrà un suo peso, senza dimenticare che al momento anche il parere di Arpat, già depositato, è molto critico. Inoltre l’osservazione di Paladini e associazioni di categoria è suffragata da un parere tecnico scientifico elaborato su commissione dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. Non bisogna poi trascurare il parere del Comune di Massa, del tutto negativo e già espresso con fermezza dal sindaco Francesco Persiani.
Partiamo dal parere che mette insieme Paladini con albergatori di Forte dei Marmi, Confcommercio Forte dei Marmi, Ccn di Forte dei Marmi, Unione proprietari dei bagni di Forte dei Marmi, Amici di Ronchi e Poveromo, Balneari di Cinquale, Consorzio Riviera Toscana Massa, Cna Balneari Massa, Ageparc, Federalberghi Costa apuana: tutti loro ritengono che il Piano regolatore del Porto "non porti garanzie e prove sufficienti per affermare che le opere previste non produrrebbero notevoli ulteriori danni alla costa in termini di erosione, e potenziali problemi idrogeologici al Carrione" e chiedono al Ministero dell’ambiente di "adottare la massima prudenza nel prosieguo della procedura".
Richiesta poi suffragata dal parere tecnico del Dipartimento di scienze della terra che entra nel merito: "Nonostante il modello morfodinamico su cui si basa il Prp sia stato elaborato con criterio e rigore, la discontinuità di qualità, quantità e distribuzione spazio-temporale dei dati di input disponibili non è idonea a rendere sufficientemente attendibili gli scenari. La modellizzazione, non tiene in debita considerazione le implicazioni del cambiamento climatico in atto sulla morfodinamica dell’area di indagine". Per quanto riguarda il prolungamento del molo sopraflutto "questa struttura incide sulla movimentazione di sabbia a largo e potrebbe portare a una maggior dispersione della sabbia proveniente dal Fiume Magra. Osservando le foto storiche dell’archivio di Google Earth è possibile documentare un recente accrescimento della spiaggia nella zona di Marinella di Sarzana, indizio che l’apporto solido del fiume potrebbe essere in ripresa" mentre non sono previste "adeguate misure di mitigazione, essendo concentrate solo sul quantitativo di sabbia fornito dai dragaggi per mantenere l’efficienza del canale d’accesso al porto e la sua darsena".
Per il Dipartimento di Pisa non risultano documentati a sufficienza altri aspetti tecnici e sarebbe persino "fuorviante e opinabile la tesi, che costituisce la premessa dell’intero Prp, secondo la quale i problemi di erosione delle aree sottoflutto più distanti dal porto siano dovuti alla presenza delle strutture di difesa e non più all’interferenza al flusso sedimentario del porto stesso", rispetto alle quali è indiscutibile che siano state progettate e realizzate proprio a causa dell’impulso "erosivo innescato in quell’area dalle strutture portuali".
Francesco Scolaro