Il pasticcio degli spazi sportivi. Dopo il boccone amaro del basket adesso l’affondo della pallavolo

Anche il volley San Marco attacca gli uffici comunali e l’amministrazione per i criteri con cui vengono aggiudicati palestre e palazzetti. "Non si tiene conto del punteggio del bando".

Il pasticcio degli spazi sportivi. Dopo il boccone amaro del basket adesso l’affondo della pallavolo

Anche il volley San Marco attacca gli uffici comunali e l’amministrazione per i criteri con cui vengono aggiudicati palestre e palazzetti. "Non si tiene conto del punteggio del bando".

"Alla luce dei fatti emersi, palesi e incontrovertibili, la Pallavolo San Marco chiede agli uffici e alla amministrazione comunale una celere e totale revisione delle assegnazioni basata sui reali criteri del bando e sui punteggi ottenuti, e comunica ai propri tesserati e famiglie che percorrerà tutte le strade possibili affinché ciò che ha ottenuto sia riconosciuto".

Così la società avenzina di volley trae le proprie conclusioni dopo avere avuto accesso agli atti sulla annosa questione degli spazi nelle strutture sportive cittadine. Neppure il tempo di digerire i veleni per la querelle della partita saltata dell’Audax, che sul tavolo dell’Ufficio Sport arriva un altro boccone avvelenato, quello della pallavolo. "Dopo aver ricevuto gli atti dall’Ufficio Sport del Comune di Carrara riscontriamo che nonostante i 45.5 punti ottenuti ben 15.5 in più rispetto alla seconda classificata della nostra disciplina che ha ottenuto 31 punti, ci siamo visti assegnare 29 ore di palestra contro le 29.5 assegnate all’altra società – scrive la San Marco in un comunicato -. Si evidenzia rapidamente come ogni punto di Pallavolo San Marco vale 0.63 mentre per il secondo classificato il valore è di ben 0.95. Farebbe già ridire così, se non fosse che per una terza società è stata fatta una assegnazione diretta senza uno straccio di punteggio - continua la nota - Ammesso il tentativo mal riuscito da parte degli uffici e della amministrazione di accontentare un po’ tutti, ci chiediamo l’utilità di fare un bando pubblico se poi questo porta ad assegnazioni casuali che non tengono assolutamente conto dei punteggi ottenuti, a calcoli fatti senza un minimo di proporzionalità e logica, roba da far rabbrividire qualsiasi studioso di matematica. Ci domandiamo inoltre, visto i pochi spazi a disposizione e la totale mancanza di soluzioni alternative trovate in due anni e mezzo (con il culmine raggiunto a Carrafiere, costato una cifra esorbitante per neanche un mese di attività), se non sarebbe stato meglio, dopo la redazione dei punteggi reali, convocare tutte le associazioni coinvolte e cercare di trovare una soluzione che garantisse le esigenze di tutti senza decidere arbitrariamente, non tenendo conto di un bando che dà precise indicazioni". Maurizio Munda