Non è un libro e neppure un disco, ma un “discolibro” l’ultimo lavoro di Marco Rovelli, insegnante di filosofia e storia neilicei, cantautore, musicista e scrittore con una ventina di libri all’attivo. Già cantante de Les Anarchistes, adesso giunto al sesto disco a proprio nome, con uno di questi finalista al premio Tenco, e poi vincitore della targa per il miglior album a progetto con l’album da lui curato “Nella notte ci guidano le stelle”. Ciascuna delle quindici canzoni del disco-libro è legata a un concetto “etico”: Attesa, Amore, Divenir-altro, Metamorfosi, Meraviglia, Creazione, Corpo, Empatia, Cura, Utopia, Resistenza, Diserzione, Liberazione. E per ogni concetto c’è un dialogo fatto dall’autore con poeti, romanzieri, teatranti, filosofi, storici, attivisti, psicoanalisti, neuroscienziati.
Il disco, autoprodotto da “l’innominabile editore”, ha sonorità elettriche lavorate da Paolo Monti, col suo potente chitarrismo e la sua capacità di costruire ambienti sonori sperimentati a lungo col suo progetto solista “The Star Pillow” e negli ultimi anni coi ‘Bosco Sacro’. Tra le canzoni, due sono state scritte insieme al romanziere Antonio Moresco e alla poetessa Maria Grazia Calandrone, e una musicata con Teho Teardo. Due sono adattamenti italiani di canzoni fondamentali della storia del rock: Sympathy for the devil dei Rolling Stones e Hurt dei Nine Inch Nails. E c’è una cover di “Fino all’ultimo minuto” di Piero Ciampi, che ha vinto la targa che il premio Ciampi assegna alla miglior interpretazione di una canzone del cantautore livornese. La targa gli verrà assegnata il 21 novembre a Livorno. "Per me – commenta – è come un premio alla carriera".
Oggi, alle 18 nella Sala della Resistenza di Palazzo Ducale, la presentazione del discolibro “L’attesa” in un incontro promosso dall’associazione ‘Alberto Benetti’ in collaborazione con il Circolo Arci 31 Settembre, Cai, Accademia Apuana della Pace, GrIG di Massa. A Maurizio De Lucia della Alberto Benetti è affidata l’introduzione mentre il contraddittorio con l’autore è assicurato dalla giornalista Camilla Palagi.
Rovelli non ha mai smesso di ricercare, interrogarsi, testimoniare, stupire nella speranza di provocare riflessioni, emozioni, reazioni, partecipazione. La parola e il canto sono le sue armi, la scrittura fatta voce, inchiostro ed armonie a volte dissonanti, acustiche o elettriche, ma sempre fedele e coerente nelle sue plurime inquietudini, tematiche e sfaccettature: poesia, romanzo, saggio, biografia, racconto e comunque canto. “L’attesa” è "un crocevia di concetti etici sull’umano (con)vivere declinati in canti prima ancora che in dialoghi, entrambi maturati alla luce di una scrittura ventennale e di incontri, voluti o casuali, con il variegato mondo di persone, poeti, romanzieri, teatranti, filosofi, storici, attivisti, psicoanalisti, neuroscienziati e con “il se stesso” dell’autore – spiega l’associazione –. Una voce è solo una voce. Un canto può e deve essere un coro. Rovelli, con parole e canzoni, proverà a farlo nella Sala della Resistenza del Palazzo Ducale di Massa.