"Il porto deve tornare in Toscana". La Cgil punta all’unione con Livorno: "La Liguria ci ha penalizzato"

Il segretario Nicola Del Vecchio non si allinea al no deciso degli operatori e dei terminalisti "Il grosso dei traffici è dato dalle tre aziende arrivate in banchina prima dell’accorpamento" .

"Il porto deve tornare in Toscana". La Cgil punta all’unione con Livorno: "La  Liguria ci ha  penalizzato"

Si anima il dibattito sul trasferimento a Livorno della governance del porto di Marina Un’idea lanciata dall’onorevole della Lega Andrea Barabotti

"Il porto di Carrara torni in Toscana". deciso pe ril trasferimento a Livorno della governance del nostro scalo il segratario dela Cgil Nicola Del Vecchio che non si allinea ai terminalisti e agli operatori che nei giorni scorsi avevano espresso un no deciso all’idea di trasferimento lanciata dall’onorevole della Lega Andrea Barabotti. "Il matrimonio con La Spezia non ha prodotto risultati tali da giustificare la permanenza sotto lo scalo ligure : scrive Del Vecchio – e in futuro tornare sotto l’egida Toscana, oltre ad una maggior coerenza normativa ed istituzionale, potrà portare benefici nei finanziamenti per le opere da realizzare ma anche per una migliore gestione delle sabbie per i ripascimenti".

Del Vecchio parte dai numeri: "Dieci anni fa, si affermava la complementarietà fra i due porti per tipologia di merce (a Marina di Carrara le rinfuse, alla Spezia i contenitori). Questo però non corrisponde al vero: in 8 anni non è arrivata dalla Spezia neanche una tonnellata di merce varia. I grandi numeri dei traffici attuali sono da ricondurre a Grendi, Mdc che movimenta materiali lapidei, F2I che gestisce il traffico di Baker Hughes". Operatori giunti ben prima dell’accorpamento del 2016.

Altra affermazione che Del Vecchio sfata è quella dei finanziamenti. "In 8 anni non è arrivato dalla Spezia, neanche un euro per investimenti. L’unico investimento è stato il water front, finanziato per lo più con risorse esterne". Da qui l’appello alle istituzioni che "dovrebbero pretendere ciò che noi sosteniamo da tempo, ossia il recupero di importanza e professionalità dello scalo di Marina che nel corso degli anni ha visto venir meno responsabilità che sono state spostate sulla Spezia. In questo quadro il rischio è che l’Ufficio territoriale sia una scatola vuota, con la formale nomina di un dirigente senza struttura.

Delle 16 unità che prevedeva il ministero, oggi a Carrara ne sono rimaste 8, oltre un lavoratore interinale, e le nuove assunzioni sono tutte andate alla sede della Spezia e si occupa di quel porto. Oggi Marina è la coda di un corpo che ha testa in Liguria ed è diretta da decisioni prese in Liguria. Senza contare che le opportunità derivanti dalla Zona logistica semplificata (ZLS) spingono ancor di più Carrara con Livorno, Piombino e Portoferraio, essendo legata agli altri territori toscani e alle politiche di sviluppo regionali".