"Il porto fagocitato da Spezia". Confartigianato detta il futuro: "È tempo di ’tornare’ in Toscana"

Lo chiede il presidente Chericoni "per salvare lo scalo e la nostra economia. Nessun vantaggio attuale"

"Il porto fagocitato da Spezia". Confartigianato detta il futuro: "È tempo di ’tornare’ in Toscana"

Lo chiede il presidente Chericoni "per salvare lo scalo e la nostra economia. Nessun vantaggio attuale"

Anche il presidente di Confartigianato Massa Carrara e Lunigiana, Sergio Chericoni, è favorevole ad uscire dalla partnership con il porto di Spezia per accorpare lo scalo di Marina di Carrara con quello di Livorno. "In dieci anni di accorpamento con La Spezia non abbiamo ottenuto nulla e rischiamo di perdere tutto in un futuro anche molto prossimo – scrive Chericoni –. Il porto di Marina di Carrara deve tornare in Toscana o saremo fagocitati dalla crisi di Spezia, che ha tolto competenze, professionalità e ricchezza fino a svuotare Carrara quasi del tutto".

Chericoni sostiene con convinzione l’ipotesi del ritorno ‘amministrativo e tecnico’ in Toscana del porto di Carrara, nell’autorità portuale del Mar Tirreno Settentrionale insieme a Livorno e Piombino. "Quella che doveva essere una fusione si è trasformata in breve tempo in un’annessione da parte di La Spezia – prosegue Chericoni – visto che non abbiamo mai espresso né un presidente né un segretario generale del territorio toscano. Piano piano ma inesorabilmente il porto di Carrara è stato privato di ogni potere decisionale, svuotato di funzioni. Tutto è stato portato a Spezia, anche in parziale violazione con quelle che sono le normative sugli accorpamenti determinate dalla legge Delrio del 2016".

"Non è stato più nominato un direttore del porto, non c’è più un responsabile del demanio, non si gestiscono più appalti e manutenzione – aggiunge ancora Chericoni –. Persino i dragaggi, di cui Spezia non ha bisogno, sono stati portati via da Carrara. Mentre Spezia assumeva, a Carrara non si reintegravano neppure i pensionamenti. Da una stima del Ministero che avremmo dovuto essere 16 dipendenti siamo a 8 più 1 interinale. Se si continua così sarà inevitabile la chiusura dell’autorità, sacrificato sull’altare della sopravvivenza di Spezia, ormai schiacciata sul mercato dei container fra i grandi poli di Genova e Livorno, in fase di espansione".

Chericoni rimarca anche "l’assenza di investimenti sui traffici o sulle infrastrutture. I numeri fatti dal porto in questi ultimi anni, molto positivi, dipendono tutti da contratti in essere ben prima dell’accorpamento con Spezia: Baker Hughes, lapideo, Grendi. Nulla di nuovo è stato portato". Le crociere? "Qui vengono smistate le navi di scarso interesse – commenta il presidente di Confartigianato –, facciamo il 2% dei traffici di Spezia. Nonostante quasi 10 anni di richieste il travel lift non è mai stato realizzato. Forse perché non c’è l’interesse a fare concorrenza a Spezia dove ci sono quasi gli stessi operatori di Massa Carrara?".

"Però un altro dubbio ci sorge – continua il presidente di Confartigianato –. Il precedente Prp fu bloccato dal settore ambiente. Oggi, invece, a mettere i paletti fra le ruote e chiedere corpose integrazioni è stato il Consiglio superiore dei lavori pubblici, che invece lavora fianco a fianco con le Autorità portuali e di solito non si mette di traverso. Forse l’Autorità portuale della Liguria non ha fatto tutto quello che si doveva. Non possiamo avere la testa in Liguria e il corpo in Toscana perché gli strumenti di pianificazione, di tutela, di formazione, di lavoro, vengono decisi dalla Regione e la Toscana non può investire su un’appendice ligure. La stessa Zls rischia di restare monca perché noi siamo dentro una Zona logistica semplificata legata a Livorno, Piombino e Portoferraio, non in quella di Spezia. Per questo – conclude – sosteniamo con forza il ritorno in Toscana del porto di Carrara, a seguito di un accordo con Livorno e l’Autorità portuale del Mar Tirreno Settentrionale, che garantisca la presenza nella governance del porto di Marina per assicurare un futuro al nostro scalo, con investimenti commerciali e strutturali, compreso il ripascimento che per noi resta fondamentale visto che la nostra costa vive di turismo balneare".