’Il porto di Marina di Carrara. Una finestra sul mare’: è il libro di Cristina Lorenzi, della Nazione, edito da Carte Amaranto, che sarà presentato oggi alle 17,30 all’Autorità portuale dal giornalista Enzo Millepiedi. Una ricostruzione della storia dello scalo di Marina e di pari passo la storie e l’identità della comunità marinella. "Abbiamo sentito il dovere di dare a Marina il giusto riconoscimento – racconta Lorenzi –. Dai tempi di Antonio Bernieri, dagli anni ’80, le vicende del litorale non erano più state raccontate secondo una documentazione storica e di ricerca organizzata. Così attingendo in parte dagli studi già fatti, integrandoli con altre nuove analisi, abbiamo cercato di colmare il vuoto degli ultimi 40 anni con documenti e cronache di giornali, ma soprattutto con le dirette testimonianze dei protagonisti che hanno fatto la storia recente del porto. Abbiamo ricostruito progetti, vertenze, intoppi, battaglie e procedure che hanno accompagnato cadute e ascese del nostro scalo. Siamo partiti dai primi tentativi, a metà Settecento, degli Estensi di realizzare quell’affaccio sul mare che trovò concretezza con la prima pietra soltanto nel 1922. Abbiamo attraversato rivoluzioni, restaurazioni, guerre, dittature e rivolgimenti politici: tutti quegli eventi dell’Europa non ancora unita, che ebbero echi e conseguenze dirette anche sulla nostra piccola città e sui suoi commerci internazionali. Dalla storia travagliata del porto è nata la storia di un’intera collettività a esso legata a doppio filo: quella dei marinelli che, con le loro lotte, battaglie e lotte sindacali, hanno costruito Marina. Dal primo pontile di metà Ottocento, voluto da William Walton, lungimirante inglese che rivoluzionò la vita industriale e quindi l’assetto sociale dell’intera città, che fu portata dritta dritta nel futuro. Siamo andati fuori tema addentrandocinel fascino del dialetto, delle usanze, dei mestieri dei primi marinelli. Della nascita di quel piccolo borgo che ha consentito alla città di avere una grande finestra sul mare. Ci siamo appassionati sugli usi dei primi marinai, pescatori, portuali fornendo un tassello in più per conoscere la storia di un’importante infrastruttura locale e della comunità che le ha gravitato intorno. Così una ricerca di oltre un anno, durante la quale abbiamo recuperato antiche memorie, documenti e ascoltato i protagonisti. Abbiamo scoperto l’origine di luoghi che fanno parte della nostra identità. Per la storia recente ci siamo affidati, nella ricostruzione, al resoconto diretto di chi ha in banchina ci ha trascorso la vita. Siamo caduti nella rete e scoperto sul web dettagli inediti e importanti per la nostra ricostruzione.
Quella che doveva essere una cronaca sull’iter di un progetto, in realtà, si è trasformata nella ricostruzione di un’intera comunità, particolare e unica. Questo è uno dei compiti della storia: unire i puntini di date e avvenimenti con i colori, le passioni, il carattere degli uomini che li hanno determinati. Puntini fatti talvolta di sangue, di lotte, di battaglie, ma anche di scoperte e di progresso, di conquiste e di crescita".