"Riaprire il discorso euromediterraneo, il rapporto con il Nord dell’Africa, inteso come realtà da integrare sul piano economico, da una prospettiva europea". È questo, secondo Mario Sommariva, presidente dell’Autorità del Mar Ligure Orientale, il ruolo futuro della portualità italiana. E in un lungo intervento sul futuro degli scali da lui amministrati, La Spezia e Marina di Carrara, Sommariva che viene da quattro mandati di segretario generale, parla della sua prospettiva di crescita e sviluppo. "Con la pandemia – sostiene il presidente – l’Europa sta cambiando pelle e dunque occorre cambiare anche il modello capitalistico. Sono essenziali le cosiddette transizioni: digitale, energetica, che investiranno anche i porti, i quali saranno non solo nodi logistici ma anche nodi di innovazione. Bisogna capire come rilanciare lo scalo spezzino, in un rapporto armonico con il territorio, in complementarietà con Carrara. Un po’ come abbiamo cercato di fare a Trieste con Monfalcone".
Sull’importanza di Marina di Carrara e sul progetto di ampliamento dello scalo interviene il coordinatore provinciale di "Cambiamo con Toti", Diego Nespolo, il quale sostiene la necessità di un ampliamento. "Spiace a più riprese leggere strali rivolti contro il porto di Marina di Carrara e spiace ancora di più che questi siano lanciati senza alcun supporto tecnico scientifico. l porto e l’ indotto godono di buona salute ed hanno ottime prospettive di sviluppo mercantile, turistico e da diporto. A tal proposito l’accusa lanciata dai Paladini apuoversiliesi sul fenomeno erosivo della costa apuana è faziosa e priva di contenuti".
"Cambiamo" riporta "gli studi di fattibilità e incidenza delle opere a mare degli ultimi anni per predisporre un piano regolatore che consenta una mitigazione dell’erosione se non una sua definitiva soluzione. Negli ultimi 15 anni l’apporto e accumulo di sedimenti lungo il molo di ponente nonché lungo la linea foranea è stato considerevole (le carte batimetriche non mentono) a dimostrazione di tale fenomeno si ricordano gli avvenuti dragaggi del canale d’ingresso al porto che puntualmente è stato colmato dal transito dei sedimenti. Sarebbe auspicabile a soluzione di tale problema procedere all’allungamento (sulla perpendicolare del Torrente Carrione) della diga foranea sino al raggiungimento della quota batimetrica di -13 m, così da evitare dragaggi e nel contempo consentire il trasporto dei sedimenti su un fondale morfologicamente inalterato. La tecnica costruttiva della diga foranea a gradoni permetterebbe inoltre di mantenere in “quota” i sedimenti per un loro passaggio a levante senza nessun tipo di alterazione. Sostenere che l’ampliamento del porto non sia propedeutico alla soluzione del fenomeno erosivo costiero è falso e tendenzioso, mina nelle fondamenta lo sviluppo del nostro territorio in ambito turistico nonché commerciale industriale. L’invito ai Paladini apuoversiliesi nonché alle amministrazioni locali che non condividono l’ampliamento del porto è di valutare nel merito i progetti per le tecniche addottate, non soffermandosi su soluzioni ed elaborazione di masterplan che sono e rimangono un puro esercizio di stile architettonico. La nuova forma del porto di Marina di Carrara sta nella risoluzione del problema erosivo costiero a cui tutti ambiamo e operiamo affinché ciò avvenga".