
Il prete degli ultimi Don Raffaello si ’ritira’ "Faccio spazio ai giovani Darò sollievo ai malati"
Don Raffaello Piagentini si è dimesso e va in ‘pensione’. Non sarà più il parroco del Duomo di Sant’Andrea. Ma il suo non sarà un pensionamento nel senso letterale: il don continuerà a fare il prete e a dire messa, ma soprattutto continuerà a metterla in pratica quotidianamente andando a trovare gli ammalati e aiutando i bisognosi, come ha sempre fatto del resto. Una scelta meditata e legata non solo a questioni anagrafiche, nonostante la comunità del centro storico insista per non farlo andare via. E via non andrà. Don Raffaello per il centro storico è un punto di riferimento e da sempre aiuta intere famiglie, di qualsiasi razza e religione. Don Raffello, 85 anni compiuti in questi giorni, come ama ripetere "scivolo verso i novanta" e di continuare a fare il prete a tempo pieno non se la sente più.
Da qui la decisione di mollare un po’ le redini e lasciare "spazio ai giovani", in questo caso a don Piero Albanesi, quello che lui definisce "il capo migliore del gregge". Oltre all’età la scelta di don Raffello è anche legata allo spopolamento della città. "In una città come Carrara negli ultimi dieci anni al Duomo non ho battezzato più di due bambini all’anno, contro la celebrazione di quaranta funerali. La morte vince la vita 40 a zero. Giustamente, correttamente e coscientemente non posso più tenere addosso uno scafandro della responsabilità diretta, sia amministrativa sia ancora di più pastorale di una comunità. Capisco i miei limiti. La chiesa deve camminare con i tempi, questo è molto importante. Oggigiorno nelle comunità bisogna che a un certo punto intervengano persone che abbiano delle capacità, possibilità e facoltà di tirare avanti. Io ormai scivolo verso i novant’anni, c’è poco da fare e capisco e conosco le mie possibilità".
Da qui la decisione di mollare un po’ le redini. "Per questo ho detto basta – prosegue il don –. La mia coscienza mi dice questo. Al mio posto verrà don Piero è più di così non si può. È giovane, è bravo, intelligente e cosciente. Lui non verrà al posto mio soltanto, ma anche a colmare le altre parrocchie perché Carrara ormai è spopolata, non ha più di seimila abitanti. A Carrara basta una parrocchia. Don Piero non è venuto qui per stare al mio posto, una messa la posso ancora dire, dai malati ci vado ancora e il 27 salirò sul monte Sagro".
"Ma questo non significa che non dirò più messa o non andrò a visitare i malati – precisa don Raffaello –, non c’è solo la messa però. Cristo è presente in corpo, anima e sangue nella messa, però se dico messa e non vado a trovare gli ammalati, che prete sono? Questo dice la mia coscienza, soffrire con loro, questo significa ’fare’ messa. Se non sei un pezzo di marmo o di pietra soffri con loro. Ecco perché dicevo ’io continuo a fare il prete’. Se Dio mi dà le gambe per andare sul Sagro me le dà anche per andare a trovare gli ammalti. Un prete tanto amato dalla sua comunità, da sempre con idee chiare e costantemente in difesa dei suoi fedeli, un punto di riferimento per tutta Carrara.
Alessandra Poggi