
BLINDATI Milizie sul fronte ucraino
Carrara, 3 agosto 2018 - Combattevano come mercenari nella guerra in Ucraina: tutti arrestati. E fra i «contractor» stava per essere reclutato anche un carrarino, ma all’ultimo minuto ha rifiutato ed è tornato a casa. Il 35enne, residente alla periferia della città ma nato a Spezia, non è indagato e anzi ha dato una mano concreta ai carabinieri del Ros per comprendere come avveniva il reclutamento dei mercenari da schierare fra le milizie filorusse nella guerra del Donbass. Il suo nome compare come persona informata sui fatti nelle pagine dei 6 ordini di cattura spiccati dal gip di Genova Ferdinando Baldini, ad epilogo di un’inchiesta dei Ros di Genova, di cui ha tirato le fila il pubblico ministero Federico Manotti: l’indagine riguarda l’ex campo ultrà della Lucchese Andrea Palmeri (detto «Generalissimo») risultato latitante, Antonio Cataldo, accusato di aver preso parte ai combattimenti nel Donbass, Massimiliano Cavalleri, detto «Spartaco», l’albanese Olsi Krutani, Vladimir Verbitchii, Gabriele Carugati, detto «Arcangelo», oltre ad altri 6 indagati. Il 30 maggio 2015 il carrarino, pentito di essere andato a combattere nelle milizie filo-russe era stato fermato dai carabinieri all’aeroporto di MilanoMalpensa dove era appena atterrato con volo in arrivo dal Donbass via Mosca. Aveva raccontato di essere partito dalla capitale russa quella mattina e di averla raggiunta il giorno prima da Rostov sul Don, dove era stato fermato dalla polizia russa con l’accusa di immigrazione clandestina.
Ha raccontato di avere conosciuto occasionalmente Cataldo in vacanza e che i loro contatti erano proseguiti tramite cellulare ed Facebook, fino al gennaio del 2015. Cataldo gli aveva riferito che c’era la possibilità di essere inseriti nella «Brigata Internazionale»: a questo punto aveva intuito che si trattava di una brigata paramilitare, formata da cittadini provenienti da vari paesi, disponibili a combattere contro l’esercito regolare ucraino. Il carrarino non voleva unirsi alle milizie paramilitari, ma aveva accettato per acquisire informazioni «militari», ovvero dislocazioni di strutture militari ed armamenti delle milizie filorusse presenti, da vendere successivamente a personale Nato. Dopo la sua permanenza a contatto con i mercenari italiani in Ucraina, aveva deciso di tornare a casa, giustificandosi con un arrabbiato Palmeri, che il padre le aveva trovato lavoro. Durante le giornate trascorse in caserma a Lugansk non aveva fatto niente di particolare, ma ha raccontato ai Ros di aver visto il pagamento di circa 50 miliziani per 400 euro a testa (lui non aveva percepito soldi in quanto non ancora inquadrato in milizia).