REDAZIONE MASSA CARRARA

Il racconto di un culto nei secoli Storia di legami e devozione con la Madonna del Popolo

Il libro di Paolo Lapi indaga e rievoca dettagli indietro nel tempo

Guerre, epidemie, disordini popolari, carestie, inondazioni: nella storia di Pontremoli la mano pietosa della carità è sempre stata quella della Madonna del Popolo. Punto di riferimento a cui i fedeli si sono rivolti ripetutamente nel tempo cercando conforto e protezione. Nel quarto centenario del voto lo storico Paolo Lapi ha pubblicato il libro “La Madonna del Popolo di Pontremoli“, che racconta la storia della statua della Madonna nera per trasmettere quel legame che da secoli indica la via per la salvezza. Un libro che ripercorre le vicende della Madonna del Popolo, del Duomo e della devozione popolare, ma che si propone anche come ricerca storica sull’ epopea pontremolese. La presenza della statua lignea della Madonna, che risale al XIII secolo, è menzionata la prima volta in un inventario dei Cavalieri di Malta nel 1533, che la collocano nell’Oratorio di Santa Maria di Piazza. Alla Madonna del Popolo si ricorse non solo per le pesti del 1622 e 1630, ma anche per quella del 1716, per la carestia del 1835 causata dalla siccità, per il colera del 1835, 1854, 1867, 1885 e per altre vicende. Molte le curiosità: dalla “gazzarra“ e il volo dei lenzuoli con cui si esprimeva l’allegrezza popolare il 2 luglio dedicata alla Madonna del Popolo, alla terza campana della torre di Cacciaguerra, fusa nel 1790 col metallo di un cannone del castello del Piagnaro per concessione del granduca Pietro Leopoldo.