Dal numero di coltellate all’ora esatta della morte fino, ovviamente, al movente. Il corpo di Paolo Fiorentino è stato trovato nel corridoio della casa diroccata ed è lì che si stanno concentrando le indagini e i rilievi. Sono diversi i punti oscuri attorno all’omicidio di Paolo Fiorentino che restano ancora da scoprire. Importanti novità si attendono in questo senso dai risultati dell’autopsia che è stata effettuata sabato scorso dai medici legali pisani Aniello Maiese e Alice Chiara Manetti su incarico del pubblico ministero Elena Marcheschi. Dai primi riscontri, intanto, è emerso come siano stati almeno cinque, ma non si esclude possano essere stati ancora di più, i fendenti inferti con un coltello da cucina sul corpo del 46enne teatino e almeno uno di questi ha colpito il cuore. Quanto all’ora del decesso, fin dai primi riscontri ha cominciato a diffondersi tra gli inquirenti l’idea che questa possa essere avvenuta molto prima che il presunto omicida, Francesco Di Blasi, andasse a costituirsi alla caserma dei carabinieri di Marina. Erano circa le 8 di giovedì scorso quanto quest’ultimo, un 67enne originario di Palermo che divideva con Fiorentino l’alloggio abusivo alla colonia Vercelli, ha raccontato ai militari come nell’appartamento occupato fosse successo "qualcosa". Pochi minuti prima lo stesso Di Blasi aveva incrociato sulla porta di casa un amica della vittima che era passata per accertarsi delle condizioni di Paolo dopo che questo non le aveva risposto al telefono. Alla donna il 67enne aveva detto che Fiorentino stava male ed era a terra, lasciando a lei la scoperta della morte e il compito di dare l’allarme. Di Blasi, che adesso è in carcere a Massa ed è accusato di omicidio volontario, in tribunale durante l’udienza di convalida del fermo si è avvalso della facoltà di non rispondere e, in ogni caso, non ha finora fornito alcun dettaglio utile alle indagini, apparendo sempre molto confuso.