CRISTINA LORENZI
Cronaca

Il sindaco: "Lo yacht non è di Vladimir Putin" Ma Zelensky ne ha chiesto il sequestro

Dal Comune e da Nca continuano a smentire il legame fra Scheherazade e il Cremlino. La Guardia di finanza non ha preso provvedimenti

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A Carrara non ci sono molti dubbi: mentre la stampa internazionale continua a proclamare l’appartenenza a Vladimir Putin dello yacht Scheherazade ormeggiato sulle banchine di Giovanni Costantino, dal territorio nessuno conferma legami fra lo yacht più costoso del mondo e il presidente russo. Mentre dalla Guardia di finanza confermano che Scheherazade non ha subito alcun provvedimento restrittivo, il sindaco Francesco De Pasquale smentisce ogni legame con il Cremlino e conferma "il lavoro scrupoloso delle nostre autorità che è una garanzia". Il sindaco sulla questione ha avuto un breve confronto con la proprietà che ha ribadito quanto affermato lo scorso 10 marzo, ovvero che "in funzione della documentazione di cui dispone e a seguito di quanto emerso dai controlli effettuati dalle autorità competenti, lo yacht, attualmente in cantiere per attività di manutenzione, non è riconducibile alla proprietà del presidente russo. I vertici di The Italian Sea Group mi hanno assicurato di aver messo a disposizione tutto il materiale necessario alle indagini. La disponibilità della proprietà del cantiere e lo scrupoloso lavoro delle nostre autorità sono una garanzia per tutti noi e sono certo che questa vicenda è stata e sarà gestita con l’attenzione e la serietà che merita. Come amministrazione comunale non abbiamo alcuna giurisdizione in materia ma, da pacifista convinto e da obiettore di coscienza, voglio cogliere anche questa occasione per condannare ancora una volta una guerra che mina i valori fondanti della nostra Europa".

Anche lo stesso Costantino, dopo le notizie di agenzia, si è affrettato a ribadire quanto già aveva detto alla Nazione: "Lo yacht non è riconducibile alla proprietà del presidente". Costantino ha ricevuto dall’armatore (un imprenditore straniero, la cui nazionalità non è resa nota per motivi di privacy) circa un anno fa la commessa per condurre il refit dell’imbarcazione. Sempre secondo quanto ha appreso l’Adnkronos, lo yacht lascerà il cantiere all’inizio dell’estate per prendere di nuovo il largo in mare. Nel frattempo, i lavori vanno avanti e al momento non hanno subito alcuno stop. Nei primi giorni di marzo lo Scheherazade sarebbe stato oggetto di un’ispezione da parte degli investigatori della Guardia di Finanza e finora non sarebbe rientrato nella ‘black list’ con cui vengono congelati i beni degli oligarchi russi dopo le sanzioni alla Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina. Anche dopo la nuova inchiesta della Fondazione Anticorruzione di Alexey Navalny, coordinata da Maria Pevchikh e Georgy Alburov, di cui ha parlato il New York Times, sostenendo che lo studio dell’equipaggio dimostrerebbe che il presidente russo sarebbe il reale possessore dello yacht, The Italian Sea Group ribadisce quanto affermato: "In funzione della documentazione di cui disponiamo e a seguito di quanto emerso dai controlli effettuati dalle autorità competenti, lo yacht di 140 metri Scheherazade, attualmente in cantiere per attività di manutenzione, non è riconducibile alla proprietà del presidente Putin".

Sulla questione la denuncia di Fabio Massimo Castaldo, dirigente del Movimento 5 stelle, vicepresidente del Parlamento europeo, dopo la condanna a nove anni di carcere di Alexei Navalny che ha svelato i nomi dell’equipaggio. "Il Cremlino usa ogni mezzo per imbavagliare gli oppositori del regime. L’ennesimo processo farsa con accuse fabbricate ad hoc ha condannato a nove anni Navalny appena dopo aver confermato che lo yacht appartiene a Putin" ha scritto il deputato su Twitter. Intanti ieri Zelensky nel suo intervento al Parlamento italiano, ha chiesto il sequestro dello Scheherazade: e’ quanto scrive su Twitter Georgy Alburov, uno dei piu stretti collaboratori di Alexei Navalny, il piu’ acerrimo critico di Vladimir Putin, tra i fondatori insieme al blogger in carcere della Fondazione anti-corruzione (Fbk), che si occupa delle inchieste sulla corruzione ai vertici dello Stato russo. Proprio la Fondazione Fbk sostiene di aver trovato le prove che il megayacht apparterrebbe proprio al capo del Cremlino.