
Hanno cantato nelle tradotte e nelle trincee vincendo lo sgomento del tapum in prima linea. Sono oltre duemila i coscritti pontremolesi che hanno combattuto nella prima guerra mondiale di cui si commemora l’anniversario il 4 novembre attraverso l’omaggio ai monumenti ai caduti che hanno sacrificato la loro vita per la patria. La dolorosa conta indica 296 caduti, tanti coloro che guadagnarono sul campo di battaglia meriti e onori: 24 medaglie d’argento, 39 di bronzo, 12 croci al valore, 400 i militari che dopo il 1968 ricevettero l’onorificenza di Cavalieri di Vittorio Veneto. Quasi tutte le famiglie pontremolesi di oltre 100 anni fa hanno perso qualcuno nella Grande Guerra, i pronipoti di oggi ne conservano distrattamente la memoria. E’ passato un secolo, ma le lapidi stanno lì a ricordare quei tragici eventi che hanno causato a livello nazionale 651mila morti: in Toscana 46.911, nella provincia di Massa Carrara 2.996. Ogni comune della Lunigiana ha un triste elenco a cui rendere omaggio il 4 novembre per la Festa dell’Unità nazionale: Aulla 92 caduti, Fivizzano 287, Villafranca 87, Bagnone 103, Casola 63, Filattiera 81, Licciana 56, Mulazzo 134, Podenzana 33, Tresana 100, Fosdinovo 133, Zeri 84. Ma queste cifre non comprendono coloro che sono morti dopo la fine del conflitto a causa di malattie contratte in battaglia.
"Occorre invece rievocare – commenta il sindaco Jacopo Ferri - perché la storia è sempre maestra di vita. Ci sono fulgidi esempi di eroismo, basta contare i medagliati che sono numerosi per un comune piccolo come Pontremoli". Lo stesso vale per gli altri territori della Lunigiana. Villafranca può vantare le due uniche medaglie d’oro al valore di tutta la provincia: sono quelle di Flavio Torello Baracchini e di Ettore Viola che meritò anche due medaglie d’argento e ispirò un personaggio del romanzo di Hemingway in “Addio alle armi”. Ma ci sono stati umili contadini - soldati che hanno lasciato un’impronta di valore e coraggio da salvaguardare con cura. Come i pontremolesi Erminio Beghetti (argento e bronzo), Sante Bertolini (argento e croce di guerra), Egisto Lomacci (argento e bronzo), Costantino Razzetti (3 medaglie d’argento). Tra i valorosi anche il marchese Giancarlo Dosi Delfini (argento e bronzo). Ma nell’elenco delle medaglie al valor militare Pontremoli annovera anche tre generali: Ezio Reisoli (argento, bronzo e croce di guerra), il figlio Gustavo Reisoli-Matthieu Podgora (decorato due volte al valore sul ulla Vertoibizza) e Armano Ricci Armani, già capo di stato maggiore del VI° Corpo d’Armata, comandante della 37ª Divisione operante in Val Lagarina e dal 1917 delle truppe operanti sull’Altopiano di Asiago.
"Tra i pionieri dell’aria di Val di Magra - aggiunge il ricercatore Marco Madoni - un ruolo di primo piano lo giocò il villafranchese Flavio Torello Baracchini, che in due anni riuscì ad abbattere 31 apparecchi nemici e fu ferito due volte. Altri aviatori coraggiosi i fratelli Pietro e Vittorio Sordi originari di Casa Corvi: da mozzi diventarono piloti". Il primo fu compagno di volo di D’Annunzio e di Aimone di Savoia-Aosta, ottenne la medaglia d’oro e, dopo il conflitto, diventò uno dei piloti più esperti e ammirati dell’aeronautica. Vittorio fu più sfortunato: morì l’8 gennaio del 1918 precipitando con il suo idrovolante, ma guadagnò una medaglia di bronzo. Nell’elenco anche Ernesto Fogola, classe 1981, nativo di Montereggio, figlio di librai, dapprima sottotenente di fanteria in azione sul Carso (medaglia d’argento) poi nelle squadriglie da bombardamento. Morì in combattimento il 24 agosto del 1917, abbattuto mentre stava bombardando una stazione ferroviaria in terra austriaca.
Natalino Benacci