Promette di essere un altro consiglio infuocato quello convocato per mercoledì febbraio alle 18 con all’ordine del giorno un solo punto, scottante: la situazione degli impianti sportivi di Massa. Parteciperanno rappresentanti delle società e associazioni sportive del territorio e i dirigenti scolastici (perché non è che le palestre se la passino meglio). Non è una novità che le criticità siano tante, troppe. Alcune si trascinano da molti anni, a volte decenni, ma altre sono insorte più recentemente fino al caso della piscina del viale Roma: l’impianto, al centro di un maxi progetto in partenariato pubblico privato, del valore attorno ai 9 milioni di euro comprensivo di un finanziamento Pnrr da 2,5 milioni, sarebbe dovuto rimanere aperto a fasi alternate per permettere alle società sportive del territorio di non perdere un’infrastruttura unica ed essenziale per fare sport e soprattutto allenamenti.
L’idea iniziale, così come espressa a più riprese dall’amministrazione, era infatti di procedere a step: demolizione della piscina esterna lasciando aperta quella coperta per permettere di continuare a fare attività con contestuale costruzione del nuovo edificio coperto. Poi demolizione della vecchia piscina interna e realizzazione di quella nuova all’esterno. Al di là delle critiche su quello che sarà il lavoro a conclusione, sulle dimensioni delle vasche per esempio, questo doveva essere il piano di intervento. La realtà si è dimostrata ben diversa. Nel mese di dicembre, infatti, è stata chiusa anche la piscina interna nonostante i lavori stessero andando avanti solo all’esterno. Motivi di sicurezza dietro alla decisione che ha provocato un malessere diffuso in città, fra le società sportive e la politica ma non solo, anche fra i cittadini che ne usufruiscono per fare un po’ di sport durante la settimana. Soprattutto per i tempi con cui tutto è avvenuto. Pensando di poter contare sull’impianto coperto, infatti, le società sportive di nuoto non si sono mosse in anticipo per cercare sedi alternative nelle città più vicine e così si sono ritrovate ad allenamenti in corso senza sbocchi se non a chilometri di distanza: situazione che scoraggia le società ma soprattutto i giovani atleti e le loro famiglie per le distanze e i costi che possono diventare proibitivi.
Il tema della piscina sarà di certo uno dei più importanti sul tavolo della discussione ma non è l’unico, come detto. Lo stadio comunale, ad esempio, nonostante i molteplici interventi nel corso degli anni costati ormai milioni di euro e un altro investimento previsto nel triennio attorno al milione di euro nel piano triennale per la manutenzione e l’adeguamento normativo, continua a presentare notevoli difficoltà. Per non parlare di impianti minori, come il campo sportivo di Turano o quello di via Casola, oppure le palestre comunali. Tanti problemi che mettono in crisi le società sportive perché gli spazi per fare attività mancano o sono inadeguati.