REDAZIONE MASSA CARRARA

Imprenditori accusati di capolarato. I dipendenti negano: tutti assolti

La coppia in affari aveva un autolavaggio a Massa. La decisione del giudice Berrino

Imprenditori accusati di capolarato. I dipendenti negano: tutti assolti

di Alfredo Marchetti

Accusati di aver sfruttato i loro connazionali in evidente stato di bisogno, costringendoli a lavorare anche 12 ore al giorno per pochi spiccioli. Le cose invece stavano diversamente: la coppia in affari, due cittadini egiziani, è stata assolta dal tribunale di Massa perché estranei a quelle accuse. Il processo è stato deciso in sede di incidente probatorio perché i dipendenti avevano escluso di essere stati vittime di orari impossibili o di essere stati minacciati di versare in stato di bisogno e di aver lavorato 12 ore consecutive. Anzi durante le indagini gli stessi avevano ringraziato i due per aver dato loro un lavoro serio ed averli pagati.

I due erano difesi dal legale Riccardo Balatri (nella foto) del foro di Spezia e Yuri Forgione del foro di Grosseto. Le indagini erano partite a fine del 2018, portate avanti dai carabinieri assieme all’ispettorato del Lavoro. In sostanza gli investigatori avevano osservato gli orari in cui restava aperta uno degli autolavaggi presenti a Massa, ovvero dalle 8 alle 20, sette giorni su sette e poi avevano ascoltato tre dipendenti dell’impresa. Non tornando loro le dichiarazioni dei dipendenti, ovvero che fossero stato assunti a contratto part time per 4 ore (quindi non riuscendo a coprire il servizio) erano andati più a fondo.

I due sono stati accusati dagli investigatori di aver sottoposto i loro 4 dipendenti a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno. In particolare erano stati accusati di corrispondere loro le retribuzioni in modo palesemente difforme ai contratti collettivi nazionali di lavoro e comunque in modo non proporzionato alle prestazioni fornite. E ancora: di occupare gli stessi in turni di lavoro anche di 12 ore giornaliere senza riposo settimanale, non aver redatto il documento di valutazione dei rischi né fornito agli stessi alcuna formazione e informazione, nonché aver fornito loro sistemazioni alloggiative degradanti. La difesa dei due soci è riuscita però a smontare pezzo dopo pezzo tutte le accuse a loro imputate. Tanto che alla fine, anche la Pm Clarissa Berno ha deciso di chiederne l’assoluzione.