
In 500 per salvare Ponte di Ferro. Parte la petizione per l’area artistica
Sono già cinquecento i cittadini che hanno firmato l’appello online lanciato per salvare la realtà dell’associazione Ponti di Ferro. I circa cinquanta scultori che ci lavorano, rischiano di non avere più a disposizione questo virtuoso esempio di archeologia industriale per un cambio di destinazione da parte della proprietà. In sostanza la zona di scultura sottostante il Ponte di Ferro sembra destinata a diventare un semplice deposito di materiale. "La nostra associazione è nata spontaneamente, diciassette anni fa – spiegano dall’officina dei Ponti di Ferro – dagli sforzi coraggiosi di tre studenti dell’Accademia di belle arti di Carrara, che presero a cuore una ex area industriale inattiva, trasformandola in laboratorio di scultura.
L’associazione nel tempo è diventata un importante polo culturale e di aggregazione per tutta la comunità di artisti e di cittadini, fornendo menti, spazi e mezzi, confermando la propria unicità e disponibilità. Abbiamo accolto nello stesso luogo scultori affermati, artigiani professionisti e giovani studenti dell’Accademia di Carrara – prosegue il testo –, persone di varie nazionalità si sono trovate in città con la diretta intenzione di lavorare in questo spazio, creando opere magnifiche. Abbiamo ospitato le riprese per documentari in onda su reti nazionali, eventi culturali di integrazione, delegazioni e iniziative Unesco, Arci, laboratori, abbiamo dato luogo a simposi di scultura, scambi culturali a carattere internazionale, mostre di arte contemporanea, e l’elenco prosegue".
Da qui l’appello alla cittadinanza a firmare questa petizione e impedire che scompaia una realtà unica a livello artistico. "È quindi alla comunità che ci appelliamo – concludono gli artisti del Ponte di Ferro – chiedendo venga data una dignità a questo importante spazio, un’identità e un luogo definitivi, senza termini di scadenza o di sorta, chiedendo che venga protetta da qualsiasi altro interesse che potrebbe ostacolarne l’ulteriore sviluppo, chiedendo di preservare questo patrimonio che dal principio è un valore aggiunto che doniamo alla cultura della città".
Alessandra Poggi