REDAZIONE MASSA CARRARA

"In aumento le tartarughe azzannatrici"

Il Centro di recupero del Wwf di Ronchi ha affrontato il recupero di quattro tartarughe azzannatrici, pericolose per la salute e l'ambiente. La presenza di queste specie aliene minaccia la biodiversità autoctona.

"In aumento le tartarughe azzannatrici"

In meno di un anno il Centro di recupero del Wwf di Ronchi ha dovuto confrontarsi con il recupero di ben quattro tartarughe azzannatrici, chiamate anche ‘alligatore’. "Potrebbero procurare danni quali l’amputazione di piedi e mani a chi incautamente dovesse trovarsele di fronte – spiega il responsabile del Centro e presidente Wwf Massa Carrara, Luca Giannelli –. Possono raggiungere i 50 o 70 centimetri e pesare fino a 30 chilogrammi e oltre". E’ un animale esotico, classificato come pericoloso non solo per l’habitat ma per la salute, nome scientifico Chelydra Serpentina. Alcuni esemplari sono stati portati in Italia da appassionati dopo la metà degli anni ’90, quando non c’erano troppe restrizioni. Il possesso di una tartaruga azzannatrice ora deve essere segnalato alle Prefetture, evidenzia Giannelli.

Sono pericolosi perché si nascondono nella melma, utilizzano la lingua come ‘esca’ per attirare soprattutto uccelli. Il morso, grazie a un apparato dentale fatto come due lame e un collo poderoso, negli esemplari più grandi potrebbe tagliare via una mano, di sicuro a un bambino piccolo. "Stanno aumentando anche i ritrovamenti sul territorio apuoversiliese di tartarughe acquatiche della specie Trachemys scripta elegans e Scripta scripta – sottolinea Giannelli – . Esemplari che stanno sistematicamente distruggendo la biodiversità autoctona, voracissime si nutrono di tutte le specie di piccoli animali che popolano i nostri fiumi, fossi e laghi compresa la vegetazione anche di specie rare e protette. Tritoni, salamandre, rane, rospi, piccoli invertebrati, pesci, e specialmente a rischio sono la nostre Tartarughe acquatiche europee della specie Emys orbicularis i cui piccoli sono preda di queste voraci specie aliene, mentre fra tutte le specie vegetali rischiano l’estinzione le ninfee. Una vera desertificazione delle aree acquatiche e palustri si sta verificando in modo silenzioso e con poca attenzione delle istituzioni".