
Il bolide ridotto in un ammasso di lamiere dopo lo scontro con un albero
Massa, 12 maggio 2023 - Condannato a un anno e mezzo con la sospensiva di pena il conducente 30enne carrarino a bordo dell’auto che mise fine alla vita di Gabriele Lucetti, 46 anni, originario di Avenza la vigilia di Natale del 2019 davanti al cinema Splendor, in via Dorsale. Questo l’esito del processo con rito abbreviato ieri davanti al gup Dario Berrino. Erano sei gli imputati. Oltre al conducente della Mitsubishi Lancer Evolution gialla, davanti al gup Dario Berrino, erano finiti l’amico meccanico era sul sedile al suo fianco e un meccanico: anche loro erano accusati di omicidio stradale, poi assolti perché il fatto non sussiste. L’ipotesi, poi bocciata, era che il primo avesse assistito il conducente e il secondo preparato la mappatura per un test drive propedeutico a presunte gare clandestine. Alla sbarra anche il custode dell’auto distrutta e il conducente del carroattrezzi che secondo l’accusa avevano fatto sparire la centralina dell’auto, un altro amico del 30enne carrarino che avrebbe consigliato al ragazzo di togliere le immagini dell’incidente da Facebook: tutti e tre accusati di favoreggiamento e assolti dal gup.
La tragedia era avvenuta poco dopo l’ora di pranzo. Lucetti decise di fare un giro in bicicletta fino a Massa. Alle spalle del ciclista piombò la potente Mitsubishi Lancer guidata da 30enne di Carrara diretto verso Massa. Quel bolide di colore giallo sbandò paurosamente, travolgendo lo sfortunato ciclista per poi schiantarsi contro uno dei pini lungo la strada. Lo schianto proprio davanti al cinema Splendor a quell’ora ancora chiuso. Nell’urto Lucetti venne sbalzato per parecchi metri sull’asfalto: i sanitari delle automedica e dell’ ambulanza della Croce Rossa tentarono di rianimarlo per oltre 40 minuti. Tutto inutile, troppo gravi le ferite riportate nell’impatto con l’auto. Lucetti morì praticamente sul colpo.
Quell’incidente scosse profondamente anche il conducente della Mitsubishi uscita semidistrutta dallo schianto e con il motore catapultato fuori dal suo alloggiamento. I sanitari trasportarono il giovane al Noa per fargli medicare alcune ferite. Come prassi vuole in questi casi venne stato sottoposto agli esami clinici per evidenziare l’eventuale assunzione di alcol e droga, entrambi con esiti negativi. La notizia della tragedia destò molto sconcerto ad Avenza dove Lucetti viveva insieme alla madre. In passato aveva lavorato al Nuovo Pignone. Da quanto era emerso dalle indagini degli investigatori all’epoca, il 46enne era solito fare passeggiate in bicicletta e spesso percorreva proprio quella via Dorsale dove ha poi trovato la morte.