REDAZIONE MASSA CARRARA

Morto nella cava, “è l’ora di dire basta”. Il mondo del marmo si è fermato per un giorno

Adesione totale dei lavoratori del monte allo sciopero indetto dai sindacati. La Cgil sposta il concerto del Primo maggio in programma alla Comasca

Morto nella cava, “è l’ora di dire basta”. Il mondo del marmo si è fermato per un giorno

Carrara, 30 aprile 2025 – Una città distrutta: ieri tutti i lavoratori del marmo hanno incrociato le braccia per dire basta alla scia di sangue al monte e in segno di rispetto a Paolo Lambruschi. Allo sciopero indetto dai sindacati le adesioni sono state totali al monte. Al piano sono invece state a macchia di leopardo, con un 100% alla Campolonghi e un 70% a quella di Montignoso.

La Cgil in segno di rispetto ha deciso di spostare il concerto del Primo maggio alla Comasca, mentre domani alle 8 le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil saranno in piazza San Francesco per deporre una corona d’alloro al monumento ai caduti di Bodini.

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Il punto in cui ha perso la vita Paolo Lambruschi

Sull’incidente mortale in cui ha perso la vita Lambruschi, interviene Simona Riccio, segretaria della Filca Cisl. “I dati sono preoccupanti, con 1.090 vittime nel 2024, 49 in più rispetto al 2023, di cui 156 nelle costruzioni, che si riconferma il settore più a rischio – scrive Riccio –. Gli infortuni in più sono stati 4.215, e 15.745 le denunce di malattie professionali. Nei primi sette mesi del 2024 la Toscana ha visto 9 morti sul lavoro – 8 in più dello stesso periodo del 2023 – e ben 2.003 denunce di infortuni. In questo contesto la patente a crediti è lo strumento per un cambio di paradigma nella cultura delle imprese. La logica è premiare chi investe in sicurezza, formazione valorizzando il lavoro di qualità”.

Cordoglio da parte della Lega dei Cavatori: “Fare questi comunicati è un peso gravoso – scrivono –. E che l’incidente mortale sia successo il giorno dedicato alla sicurezza sul lavoro è un triste scherzo del destino. Qualunque giorno accada è un giorno infausto che mai vorremmo vivere. Paolo era un cavatore, ma un uomo non è solo il suo lavoro, quando avviene una simile tragedia è una ferita per la società tutta, per i familiari, per gli amici, per i colleghi, per i conoscenti, per tutti. Ora è il momento del lutto”. “Carrara piange un altro figlio nella Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro – aggiungono in un comunicato congiunto Daniele Battistini della segreteria generale Fenealuil Toscana, Lorenzo Sichei segretario generale Filca Cisl Massa Carrara e Lucca, Francesco Ventimiglia segretario generale Fillea Cgil Massa Carrara, Alessia Gambassi segretaria generale Fillea Toscana, Simona Riccio segretaria generale Filca Cisl Toscana –. Di lavoro si continua a morire. Tra gennaio e febbraio all’Istituto di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro sono arrivate 89.556 denunce di infortunio, in calo del 3,4% rispetto alle 92.711 del primo bimestre del 2024. I casi mortali, però, sono in aumento: 138 contro 119 (+16%), un quadro a dir poco sconfortante e drammatico. Esprimiamo il più profondo cordoglio e la vicinanza alla famiglia ed ai colleghi di Paolo”.

Sulla morte di Lambruschi, il sindacato sociale di base parla invece di ennesimo ‘omicidio bianco’: una strage ormai strutturale. “Così vanno chiamati i morti sul lavoro, perché non si tratta di incidenti, ma di una strage connessa alla precarietà, ai processi di esternalizzazione e alla tiepidezza delle battaglie dei sindacati concertativi”.