REDAZIONE MASSA CARRARA

Inquinamento e marmettola: "La Regione batta un colpo"

Firenze ha iniziato a lavorare sull’aggiornamento del Piano tutela delle acque. La pentastellata Noferi chiede quali soluzioni siano allo studio per il problema.

Inquinamento e marmettola: "La Regione batta un colpo"

Il Consiglio Regionale ha iniziato a lavorare sull’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque, uno strumento corposo e complesso che prende in esame tutti gli aspetti per la salvaguardia della risorsa idrica, sia essa potabile o a scopo irriguo: per questo la consigliera del Movimento 5 Stelle, Silvia Noferi, ha presentato un’interrogazione al presidente Eugenio Giani e alla giunta per sapere quali saranno gli aspetti dedicati in particolare alle Alpi Apuane, tenendo conto soprattutto degli effetti dell’inquinamento provocato dalla marmettola.

Le domande di Noferi sono chiare: "In seguito al monitoraggio delle acque nel comprensorio delle Apuane effettuato da Arpat quali provvedimenti sono stati decisi per limitare almeno il danno dell’inquinamento da marmettola" scrive la consigliera pentastellata che poi chiede "chi si occupa della sorveglianza e della protezione delle specie animali dovute all’inquinamento delle acque del comprensorio delle Alpi Apuane e se effettivamente risulta alle autorità di sorveglianza la sparizione dei pesci dai fiumi di quel comprensorio. Se la sparizione delle specie animali acquatiche viene considerata un reato ambientale attribuibile a soggetti certi o a specifiche attività industriali che andrebbero limitate o fermate totalmente o gestite almeno in modo da non causare l’inquinamento dei fiumi e delle sorgenti. Se nel Piano di tutela delle acque che la Giunta regionale andrà a redigere sarà considerata prioritaria la qualità delle acque superficiali del comprensorio apuano anche in caso di pioggia" e infine "come si concilia l’attività estrattiva delle cave con le finalità di conservazione e tutela dell’ambiente che dovrebbe avere il Parco Regionale delle Alpi Apuane".

Elementi che Noferi aveva sottoposto all’attenzione dell’assessora Monia Monni a marzo quando aveva presentato in consiglio l’informativa sull’aggiornamento del Pta evidenziando anche "l’inquinamento sempre più preoccupante dai residui delle attività di estrazione del marmo che, con i continui sversamenti di marmettola, causano impermeabilità del suolo e sospensioni bianche che alterano il colore dei fiumi".

La consigliera sottolinea inoltre che nel periodo dal primo marzo al primo aprile le centraline di Arpat hanno rilevato un aumento della torbidità, "le situazioni di emergenza, a causa delle intense piogge, sono gravi e ripetute" e attacca: "A differenza di quanto accadeva prima, negli ultimi decenni il marmo viene esportato in blocchi grezzi dalle multinazionali che hanno in concessione le cave, causando una netta diminuzione del numero degli addetti sia nelle attività di estrazione che nelle lavorazioni artigianali ormai pressoché scomparse sul territorio toscano. In modo inspiegabile continuano ad essere autorizzate cave di estrazione del marmo in aree ’contigue’ all’interno del perimetro del parco regionale delle Alpi Apuane che nel 2015, ha anche acquisito lo status di Unesco Global Geopark) per la valenza mondiale del suo patrimonio geologico".