
La Fondazione Monasterio con l’ospedale del cuore Pasquinucci di Massa si conferma una delle eccellenze italiane per gli interventi di cardiologia, grazie all’innovazione messa in campo e alla minima invasività delle operazioni. Un primato in particolare per trattare quella che per anni è rimasta la ‘valvola dimenticata’ del cuore, la tricuspide, che proprio grazie agli esperti della Monasterio ha trovato nuovi metodi e tecnologie di intervento. Un risultato che emerge dai dati 2021 resi noti da Gise, la Società italiana di cardiologia interventistica. La Monasterio, che ha due strutture chiave ossia l’ospedale del cuore di Massa e l’ospedale San Cataldo-Cnr di Pisa, è il primo centro in Italia per il trattamento transcatetere della valvola tricuspide: una tecnica alternativa alla chirurgia tradizionale, che non necessita dell’apertura del torace e dell’arresto del cuore, ma consente al professionista di raggiungere il cuore con una piccola incisione nell’inguine ed un catetere sottile.
Ed è di pochi giorni fa la notizia che la Monasterio, anche per l’anno 2021, è al primo posto, a livello nazionale, per volumi complessivi di attività del laboratorio di emodinamica. "Una grande soddisfazione – commenta Sergio Berti (nella foto), direttore dell’unità operativa di cardiologia diagnostica ed interventistica –. Questi dati sono il risultato di due componenti fondamentali e inscindibili: i professionisti e il centro in cui operano. Il team della cardiologia interventistica non solo genera grandi volumi di procedure, ma si dedica con impegno ad attività altamente innovative, come nel caso della valvola tricuspide: siamo stati il primo gruppo in Italia ad aver sviluppato una nuova modalità per trattare la ‘valvola dimenticata’, acquisendo poi, primi in Europa, immagini tridimensionali direttamente dall’interno del cuore. La Fondazione Monasterio, fungendo da apripista nell’intero panorama nazionale, ha da sempre creduto e investito nel progetto dell’innovazione in cardiologia, che si sostanzia dalla collaborazione multidisciplinare e multiculturale".
La Monasterio, inoltre, ha ottenuto il secondo posto a livello nazionale per interventi di chiusura del forame ovale pervio (Fop): una tecnica che mira a riparare una delle più frequenti anomalie associate ad ictus cerebrale senza una causa apparente nel giovane adulto. Un residuo anatomico della vita fetale, e una porta di passaggio di eventuali coaguli che si formano nel circolo venoso, che possono migrare poi nel circolo arterioso cerebrale, occludendo un vaso del cervello. "La Monasterio è all’avanguardia – commenta Giuseppe Santoro, direttore dell’unità operativa di cardiologia pediatrica e del congenito adulto – proprio perché è dotata delle più avanzate tecnologie per la risoluzione di questa problematica e di un team esperto. Per questo ci collochiamo ai primi posti dell’inquadramento e trattamento a tutto tondo dell’ictus cardioembolico".
"I dati del Gise – conclude il direttore generale della Monasterio Marco Torre –, sono fonte di grande soddisfazione che conferma la propria rilevanza nel panorama nazionale, sia in termini di volumi e di qualità dell’attività clinica, sia in termini di approcci innovativi. E’ il frutto di importanti investimenti e della professionalità, della curiosità e dell’impegno dei nostri operatori sanitari".